Si fa un gran parlare di ritorno alla terra e di giovani agricoltori, ma i numeri raccontano una storia diversa, al punto che in Italia si rende necessario un intervento normativo ad ulteriore sostegno dei neoimprenditori agricoli under 40, per tentare di correggere gli effetti della Politica Agricola Comunitaria, che mostra chiaramente di aver mancato gli obiettivi nella Penisola.

 

L'elemento di forte criticità è emerso in una recente audizione in Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, dalle parole di Giovanni Gioia, presidente dei Giovani di Confagricoltura, sentito dai deputati sul progetto di legge "Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo", primo firmatario il deputato Mirco Carloni (Lega Salvini premier).

 

Il progetto di legge, appena incardinato alla Camera, e in una fase di esame preliminare da parte della Commissione agricoltura, prevede l'istituzione di un Fondo di promozione per le imprese agricole condotte da giovani imprenditori agricoli con la dotazione di 100 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2024, destinato all'integrazione dei programmi predisposti dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano per favorire il primo insediamento dei giovani nel settore agricolo nell'ambito dei Complementi di Sviluppo Rurale 2023-2027, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato.

Inoltre, l'articolato fissa una serie di misure agevolative a carattere fiscale e contributivo, oltre a misure reali volte a favorire l'insediamento e il persistere sui territori delle nuove imprese agricole condotte da giovani.

 

"Corriamo il rischio di disperdere eredità e capitale fondiario delle aziende se non daremo un netto impulso alle nuove generazioni di imprenditori agricoli - ha detto il presidente dei Giovani di Confagricoltura, Giovanni Gioia, alla recente audizione in Commissione Agricoltura della Camera sulle "Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo".

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"Proprio per questo sosteniamo e promuoviamo un iter normativo che preveda strumenti di accompagnamento dedicati ai giovani - ha aggiunto Gioia - con contributi estesi nel tempo e misure strutturali. Per correggere quel che finora non ha funzionato occorre un chiaro e condiviso cambio di passo, valorizzando il fondamentale apporto delle associazioni di categoria giovanili. Saremo convintamente in prima linea in questo percorso".


È necessario, per i Giovani di Confagricoltura, mettere al centro il ricambio generazionale per dare un futuro sostenibile all'agricoltura italiana, minacciata da un'eccessiva senilizzazione delle risorse umane.

 

L'impegno per un'agricoltura più giovane nella programmazione della Pac non ha portato i risultati sperati e i numeri sono impietosi. Oltre alla diminuzione in dieci anni dei capi azienda under 40 dall'11,5% al 9,3% sul totale, permangono le principali barriere all'ingresso, a partire dall'accesso alla terra e ai capitali finanziari.


Eppure, le imprese condotte da giovani hanno una redditività per ettaro maggiore, in media quasi 1.500 euro in più, rispetto a quelle di chi ha più di 55 anni. Sono estese il doppio delle aziende guidate dai "non giovani", così come presentano un livello di digitalizzazione e una propensione agli investimenti innovativi più che doppia rispetto alla fascia di età over 40.

 

"I giovani - ha concluso Gioia - sono la componente più promettente del comparto agricolo. È doveroso riconoscerlo investendo energie e risorse per rendere l'agricoltura italiana ancor più sostenibile e competitiva".