Negli ultimi anni, il settore primario ha ridotto le sue emissioni del 25%, limitato il consumo di acqua e il ricorso alla chimica del 27%, accresciuto le superfici biologiche del 56% e ampliato fortemente la produzione di energie rinnovabili e biomasse con un incremento del 690%.
È un po' questa l'anima dell'Assemblea Nazionale di Cia-Agricoltori Italiani che quest'anno ha deciso di concentrarsi su "Ambiente, comunità, sviluppo" per guardare con maggiore attenzione a equità, Green Deal e innovazione.
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L'agricoltura - viene spiegato - ha anche un ruolo importante nell'assorbimento di C02, e quindi nella lotta ai cambiamenti climatici, sequestrando 0,5 tonnellate di carbonio per ettaro l'anno; cioè 1 tonnellata ogni 2 ettari all'anno. Una funzione che fa il paio con quella insostituibile di boschi e foreste, che assorbono fino al 40% delle emissioni di gas serra a livello globale e, solo in Italia, trattengono circa 90 milioni di tonnellate di CO2.
Secondo il presidente della Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino "ora le autorità devono valorizzare, con proposte dedicate, la funzione ambientale dei settori agricolo e forestale con il trattenimento al suolo del carbonio, tanto più dopo la Cop26 con l'intesa sullo stop alla deforestazione entro il 2030".
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"Adesso bisogna recuperare e spingere sulla corretta gestione e manutenzione delle foreste - rileva Scanavino - che sono fonti straordinarie di ossigeno e di materie prime rinnovabili e prima risorsa per lo sviluppo delle aree rurali e montane. Un compito cucito addosso agli agricoltori, sia perché il 40% delle aziende del settore è interessato da boschi, sia perché sono già custodi e guardiani del territorio, anche in chiave climatica".
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L'intera Assemblea si è trovata d'accordo poi nell'incrementare "le risorse e i progetti sull'agrofotovoltaico, puntando sulle coperture degli edifici rurali, a partire da stalle e magazzini, e creando impianti a terra solo su aree abbandonate, marginali o non idonee alla coltivazione. Incentivare, poi, la produzione di biogas e biomasse legnose, dagli scarti di agricoltura e allevamento; incoraggiare la sperimentazione ampia delle tecniche di biocontrollo per la difesa naturale delle culture e ampliare gli strumenti di gestione del rischio".
Un tema caro al ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli: tra i progetti che "abbiamo ricordo l'agrisolare (1,5 miliardi di euro), un focus sulla meccanizzazione perché è necessario ringiovanire il parco macchine (500 milioni di euro), i contratti di filiera con 1,2 miliardi nel fondo complementare. A questi di aggiungono 110 milioni per finanziare i distretti del cibo. Tra le progettualità assieme al Ministero della Transizione Ecologica ci sono biogas e biometano, poi un c'è un progetto sperimentale sull'agrivoltaico dotato di 1,1 miliardi di euro. Abbiamo le idee chiare e ci concentriamo in settori strategici che hanno come obiettivo primario quello di diversificare le fonti di reddito".