Gli obiettivi di questa nuova politica europea in campo alimentare dovranno essere perseguiti da ogni singolo Stato membro attraverso l'adozione di norme a livello nazionale, e i decreti attuativi vanno in questa direzione e rispondono a questa esigenza.
Due dei quattro decreti riguardano la vite e i cloni di vite. Nel primo è predisposto lo schema di provvedimento per stabilire la struttura del Registro nazionale delle varietà e dei cloni di vite, nel quale sono riportate le informazioni relative alla specie di appartenenza, alle denominazioni, agli eventuali sinonimi della varietà e del clone, alla descrizione ufficiale della pianta e al suo utilizzo. Nel secondo, strettamente connesso al primo, è stabilito lo schema di provvedimento che stabilisce per gli operatori di settore gli adempimenti, le modalità operative e la modulistica per presentare le domande di iscrizione al registro.
Altri settori, altri decreti: i rimanenti due sono rivolti ai settori fruttiferi e delle piante ortive (vale a dire le colture destinate alla produzione di ortaggi e di altri prodotti vegetali per il consumo alimentare). In essi sono definite le modalità e i modelli con cui presentare le domande di produzione e commercializzazione nell'Unione Europea dei materiali di moltiplicazione delle piante e quelle di iscrizione al Registro nazionale delle varietà delle piante da frutto e dei relativi portinnesti e delle varietà di portinnesti di piante ortive (laddove per portinnesti si intende la parte inferiore di una pianta moltiplicata con la tecnica dell'innesto).
Gli atti firmati da Patuanelli hanno conseguito il parere favorevole del Gruppo di lavoro permanente per la protezione delle piante e del Comitato Fitosanitario Nazionale. Un ulteriore passo verso la realizzazione degli obiettivi posti della nuova politica alimentare europea è, dunque, stato fatto. Questo passo sarà seguito da altri passi, importanti e numerosi, così come importanti e numerose saranno le loro ripercussioni sulla politica ambientale. In una strategia ampia e composita gli obiettivi diventano ormai inevitabilmente "comunicanti".
La strategia Farm to Fork, infatti, gioca il suo importante ruolo anche nell'ambito del più vasto e ambizioso programma dell'European Green Deal, programma nel quale sono raccolte una serie di proposte adottate dalla Commissione Europea per trasformare le politiche dell'Ue in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità in modo da ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
L'Unione Europea ha disegnato un cerchio che si allarga sempre più, il suo diametro è variabile, in costante crescita, e sempre più ingloba obiettivi ambiziosi, lungimiranti e, come è opportuno ribadire, "comunicanti".