Le imprese potrebbero ricorrere al green pass vaccinale per tutelare il lavoratore e la continuità aziendale, ma il Garante privacy impedisce all'impresa di chiedere informazioni precise sullo stato di salute e sull'avvenuta vaccinazione Covid-19, salvo per alcune categorie di lavoratori come il personale sanitario. I lavoratori che si spostano frequentemente per lavoro, invece, non possono essere interrogati su questo aspetto. Inoltre, è vietato l'obbligo vaccinale per svolgere specifiche mansioni, a meno che non sia previsto da leggi nazionali.
Trasferte post Covid-19
Le norme Covid-19 sugli spostamenti fra regioni gialle e bianche consentono le trasferte in tutta Italia senza limitazioni, quindi i lavoratori che effettuano spostamenti a livello nazionale non hanno bisogno di certificazioni. Sono escluse le zone rosse e arancioni, dove viene richiesta l'autocertificazione.I lavoratori in trasferta fuori Italia dovranno avere il certificato Covid europeo, in sua mancanza dovranno rispettare le regole su tampone e quarantena (che cambiano a seconda del Paese di destinazione). Per consultare tali regole si consiglia il portale Re-open Ue, sito ufficiale della Commissione europea con la mappa di rischio aggiornata e il dettaglio delle misure previste.
Protocolli aziendali
Nelle linee guida dei protocolli Covid-19 si prevede di programmare le trasferte nazionali ed internazionali in collaborazione con il medico competente, l'unico al corrente dello stato di salute del dipendente, tenendo conto delle diverse tipologie di trasferta previste, anche in riferimento all'andamento epidemiologico delle sedi di destinazione.Nei nuovi protocolli validati dal Comitato tecnico scientifico non ci sono indicazioni sulla necessità di certificazione verde per i convegni, che sono ripresi dal 15 giugno scorso, né per i corsi di formazione in presenza, che ripartono il primo luglio. Non si escludono aggiornamenti degli attuali protocolli, anche con disposizioni di coordinamento con le norme sul green pass - certificato Covid europeo.