Quello tra Bat e la tabacchicoltura italiana è un rapporto consolidato, alimentato costantemente nel corso degli ultimi quindici anni. A fornire le 7mila tonnellate di tabacco durante tutto il 2021 sarà infatti ancora una volta l'organizzazione di produttori di tabacco Italtab, che riunisce in tutto il paese oltre 400 aziende che operano su una superficie complessiva di circa 3mila ettari e coinvolgono nel processo produttivo oltre 10mila lavoratori.
Negli ultimi dieci anni, Bat Italia ha investito oltre 200 milioni di euro nella tabacchicoltura italiana e contribuisce ogni anno all'Erario con oltre 3 miliardi di euro di accise. Un impegno importante verso il paese, che si traduce nella volontà di continuare a contribuire al primato dell'Italia come primo paese produttore di tabacco nell'Unione europea con una quota pari a circa il 30% e volumi complessivi intorno a 50mila tonnellate l'anno.
"Dare serenità economica ai produttori agricoli - ha evidenziato il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio - è una delle priorità del Mipaaf. L'accordo che viene presentato oggi è fondamentale per garantire programmazione per i coltivatori di tabacco, soprattutto in un momento come questo. Il ministero è stato e sarà vicino al settore con tutti gli strumenti politico-istituzionali a sua disposizione, per portare avanti contratti di filiera e di aggregazione che possano mettere in sicurezza i comparti produttivi del nostro paese. Tutto questo si traduce in investimenti sul territorio e in sviluppo del settore, che viene così messo nelle condizioni di diventare sempre più sostenibile, innovativo e al passo con i tempi".
Centinaio si è reso disponibile alla convocazione di un tavolo nazionale di filiera sul tabacco e sulle questioni che riguardano la filiera sarà coinvolto anche il ministero dell'Economia e delle finanze: "Nelle prossime settimane ci confronteremo con il sottosegretario al Mef Claudio Durigon così da poter dare delle risposte non solo dal punto di vista agricolo, ma arrivare a delle soluzioni anche dal punto di vista fiscale", ha concluso il sottosegretario Centinaio. Questa ultima dichiarazione di Centinaio è riferita all'esigenza di norme fiscali più snelle, eque ed uniformi per il settore dei tabacchi lavorati richiamata dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, da Gianmichele Passarini della Giunta nazionale di Cia-Agricoltori italiani e dall'Ad di Bat Roberta Palazzetti.
Roberta Palazzetti, presidente e amministratore delegato di Bat Italia ha dichiarato:"Con questo importante investimento, che avrà un impatto positivo sulle aziende e sugli agricoltori di tutto il territorio nazionale, vogliamo testimoniare ancora una volta, e ancor più oggi in questo difficile momento storico, il nostro impegno verso l'Italia e la filiera tabacchicola italiana".
"Questo impegno rispecchia il nostro proposito 'A better tomorrow': contribuire ad un futuro migliore per i consumatori e le comunità in cui operiamo, da costruire anche attraverso un'agricoltura più sostenibile, basata su occupazione di qualità, tutela dell'ambiente e innovazione - ha aggiunto l'Ad di Bat Italia - In quest'ottica prossimamente metteremo in cantiere anche attività sperimentali orientate all'innovazione tecnologica, da realizzare insieme agli stakeholder del settore, con l'obiettivo di rendere la filiera tabacchicola sempre più sostenibile da un punto di vista ambientale".
Non poteva mancare da parte dell'Ad di Bat una stoccata al Governo sulla vicenda fiscale dei tabacchi lavorati, che ancora oggi vede una tassazione difforme tra prodotti da fumo e tabacchi per le varie tipologie di sigarette elettroniche. "Nella transizione del settore verso una maggiore sostenibilità e solidità un ruolo fondamentale lo hanno naturalmente anche le istituzioni, a cui chiediamo una maggiore attenzione rispetto al tema dell'equità e omogeneità fiscale tra le diverse categorie di prodotti del tabacco - ha sottolineato la Palazzetti - obiettivo fondamentale da perseguire tenendo in considerazione le evidenze scientifiche sull'effettivo rischio ridotto riconosciute dalle autorità sanitarie, la tenuta del gettito erariale da tabacchi e gli svantaggi competitivi tra filiere tabacchicole che l'attuale disomogeneità determina".
"Anche quest anno, grazie all'impegno di Bat Italia avremo l'opportunità di vendere la totalità della nostra produzione, assicurando così il sostegno economico agli oltre 10mila lavoratori che si impegnano ogni giorno per realizzare un prodotto di alta qualità", ha commentato Vincenzo Argo, presidente di Italtab. "Rinnoviamo, tuttavia, il nostro appello alle istituzioni nazionali e locali sulla necessità di una strategia a lungo termine che incentivi gli investimenti delle manifatture, così da garantire una maggiore stabilità per tutta la filiera".
Soddisfazione per l'impegno e la volontà di Bat di continuare ad investire in Italia è stata espressa anche dalle organizzazioni degli agricoltori.
"Si tratta di un'opportunità per le imprese tabacchicole per mantenere la produzione e l'occupazione. Il tabacco in Italia è coltivato da circa 2mila aziende che impiegano 50mila addetti, su una superficie di oltre 14mila ettari in quattro aree geografiche. È parte importante dell'economia locale e oggi anche dell'eccellenza tecnologica del paese. Per dare slancio alla filiera occorrono scelte politiche adeguate, interventi fiscali più snelli ed equilibrati per salvaguardare tutta la trasformazione tabacchicola e consentire nuovi investimenti", ha dichiarato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura.
Per Gianmichele Passarini della Giunta nazionale di Cia-Agricoltori italiani, "la conferma degli investimenti di Bat nell'agricoltura italiana, e il suo impegno per un'agricoltura più sostenibile, rappresentano una risposta importante in un momento di grande difficoltà socio-economica per il Paese. La tabacchicoltura italiana vanta infatti un elevato livello di specializzazione, contribuisce allo sviluppo economico locale e registra una percentuale di occupazione femminile molto superiore alla media nazionale. Un settore che è in grande trasformazione e che dunque necessita di un percorso di transizione basato su scelte oculate in merito alla fiscalità dei prodotti e investimenti pubblici e privati su temi come la transizione ecologica e digitale".