Sempre più agricoltori scelgono il kiwi giallo come alternativa di reddito alle coltivazioni più tradizionali. La domanda di kiwi giallo sta notevolmente superando quella di kiwi verde. Solo in Italia 11mila tonnellate sono state consumate nel 2019.

Il Lazio, tra le regioni italiane, si aggiudica il primo posto per superficie coltivata a kiwi giallo con 5.129 ettari (il 26% del totale) e l'Emilia-Romagna il secondo posto con 3.491 ettari.

L'Italia è il secondo produttore mondiale di kiwi: 24.861 ettari coltivati ad actinidia e oltre 500mila tonnellate prodotte.

Ad aumentare questi numeri ci pensa il gruppo di lavoro Areté, esperto nei servizi di analisi e consulenza strategica sul settore agroalimentare. Ludovico Gruppioni, senior consultant di Areté, ha raccontato ad AgroNotizie la genesi di un nuovo grande progetto di investimento agricolo per la coltivazione di kiwi giallo, che vede come protagonisti anche la cooperativa agricola romagnola Agrintesa e il fondo d'investimento Idea agro.


Il progetto: 170 ettari di kiwi

170 ettari di actinidia sorgeranno ad Aprilia, nel Lazio, come un unico corpo. 110 ettari di terreno nudo sono stati acquistati: nel 2021 si provvederà alla sistemazione del terreno e solo nel 2022 ci sarà la messa a dimora delle piante di kiwi giallo appartenenti alla varietà Gold 3 di Zespri (marchio commerciale Sungold).

I restanti 60 ettari sono invece stati presi in affitto con un impianto di kiwi verde già in piena produzione. Questi, oltre a completare l'offerta commerciale, supporteranno la gestione operativa negli anni improduttivi (3-4) del resto dell'impianto.


Il ruolo dei player

Areté si occupa di realizzare opportunità di investimento nel settore dell'agrifood. L'idea che ha permesso la nascita di questo nuovo progetto era quella di far incontrare il mondo della finanza con quello dell'agricoltura: "L'agricoltura moderna ad oggi deve affrontare sempre più sfide che necessitano di maggiori dimensioni ed investimenti. Non sempre la singola azienda agricola riesce ad affrontarle in autonomia. C’è bisogno di costruire progetti che abbiano dimensioni efficaci ed efficienti", commenta Ludovico Gruppioni.

È stata creata così una nuova società agricola "Agro gold" composta dal partner finanziario, Idea agro, che apporterà il 90% del capitale e dal socio operativo, cooperativa Agrintesa, che ne apporterà il 10% e si occuperà della gestione dell'azienda attraverso una struttura appositamente costituita in loco.


Le analisi di mercato e la scelta del campo

Ludovico Gruppioni racconta ad AgroNotizie: "Dai rapporti precedenti con Agrintesa era nato un confronto sull'opportunità importante di coltivare kiwi giallo in Italia, un'opportunità legata al mercato e ad una domanda crescente di questa varietà". A seguito delle analisi di mercato è stato individuato il sito per l'impianto. L'Italia è uno dei paesi europei più vocato per la produzione di kiwi sia per le caratteristiche pedoclimatiche che per la presenza di una frutticoltura evoluta.

È stata individuata la provincia di Latina ed in particolare il territorio di Aprilia come zona maggiormente vocata per le caratteristiche del terreno, del clima e delle ore di freddo durante l'arco dell'anno.

Il progetto, ambizioso soprattutto dal punto di vista dimensionale, necessitava di un grande capitale per poterlo sviluppare: "Dopo aver strutturato il progetto avevamo bisogno di un partner finanziario. Abbiamo identificato Idea Agro presentando un progetto che fosse quanto più adatto possibile ai desideri comuni".

La commercializzazione del kiwi giallo sarà affidata prevalentemente alla società neozelandese Zespri, titolare dei diritti di privativa e della genetica della varietà Gold 3. Agrintesa è uno dei quattro licenziatari italiani del marchio. "In questo modo verrà garantita una maggior difesa del prezzo e la difesa della marginalità per il produttore agricolo", spiega Ludovico Gruppioni.

Nonostante l'elevata produttività, la coltivazione di kiwi giallo richiede conoscenze tecniche, capacità operative e gestionale di alto livello. È per questo che Aretè si è affidata ad una squadra di tecnici& guidata dal professore Bartolomeo Dichio dell'Università degli studi della Basilicata.

Uno dei problemi che il team dovrà affrontare sarà quello della moria dei kiwi. Questa patologia è comparsa per la prima volta in Veneto nel 2012 e negli anni successivi si è diffusa in tante altre regioni, come il Lazio, causando importanti danni economici. I kiwi colpiti avvizziscono, l'apparato radicale appare ridotto e marcescente. Le cause? Piogge abbondanti rendono asfittico il terreno stimolando una serie di batteri anaerobi che portano alla morte della pianta.

Ludovico Gruppioni assicura che sono già previsti dei tavoli tecnici per affrontare il problema e permettere una giusta pianificazione agronomica: "È chiaro che non possiamo pensare che la moderna frutticoltura non vada incontro a delle sfide, la moria dei kiwi ne è un esempio. Crediamo che sia un tema che possa essere affrontato e gestito".


Conclusioni

"L'obiettivo del progetto è produrre kiwi, produrlo bene, bello, con le caratteristiche di pezzatura e di qualità richieste dal mercato. - conclude Gruppioni - Tutto il resto, come ad esempio il tema della profittabilità dell'investimento, è figlio della capacità di fare bene il proprio lavoro. Noi crediamo di aver costruito una struttura competente e dimensionalmente in grado di affrontare le sfide dell'agricoltura moderna”.

La fiducia nasce anche dal fatto che Aretè ha già collaborato con Idea agro precedentemente nello sviluppo del progetto Agro noce, realtà nocicola italiana che ha acquistato e impiantato 170 ha di noce nella provincia di Ferrara. L'impianto del noceto è ad oggi terminato e le attività procedono come da programma.