Materia del contendere, come nella sentenza del 12 maggio scorso sulla misura 4.1a per il cofinanziamento degli investimenti materiali in agricoltura, è la modalità di ricalcolo delle graduatorie sulla base dell'Indicatore di performance economica ex post.
Il meccanismo per risultare ai vertici delle graduatorie
Noto il meccanismo con il quale le graduatorie venivano influenzate: molte aziende gonfiavano artificiosamente il parametro di redditività dei propri progetti sottoposti ad istruttoria, al fine di rendere il valore medio della redditività aziendale della graduatoria più elevato, e che da sole erano in grado di superare, mentre le aziende che presentavano previsioni di incrementi ordinari di redditività a seguito degli investimenti finanziati dal Psr, finivano per essere allontanate dai vertici della classifica dei beneficiari, poiché sempre con un livello Ipe aziendale minore di quello medio.La sentenza sulla misura 6.1
L'autorità di gestione del Psr di Regione Puglia aveva già ricalcolato l'Ipe anche della graduatoria della 6.1 sulla base delle ordinanze del 2018 dello stesso Tar Puglia, che disponeva la verifica della reale redditività aziendale post investimento, ma solo per i progetti oggetto di contestazione in sede giudiziaria, sulla base del presupposto che fossero i soli a poter alterare la graduatoria. Ma tutte le graduatorie così riviste sono state oggetto di ulteriori ricorsi. Con la sentenza resa nota ieri, invece, occorrerà verificare e ricalcolare nuovamente l'Ipe per tutte le aziende e l'Ipe medio di graduatoria.Il mutato orientamento del Tar Puglia
Come noto, con la sentenza del 12 maggio sulla graduatoria della misura 4.1a, e su questo preciso aspetto, si è riscontrato il mutato orientamento giurisprudenziale del Tar Puglia, che con quella sentenza ha ordinato la verifica ed il ricalcolo integrale dell'Ipe per tutte le imprese agricole in graduatoria. E tale mutato orientamento si è trasferito sulla graduatoria della misura 6.1, oggetto della sentenza di ieri.L'Ipe riguarda le misure 4 e 6 e pertanto ora ci si attende anche una ulteriore sentenza inerente la misura 6.4 sugli agriturismi, pure oggetto di ricorsi al Tar. Si stima che le graduatorie oggetto di ricalcolo valgano circa 460 milioni di euro.
La posizione della Regione Puglia
"Il Tar Puglia ha emesso il 10 giugno 2020 un'ulteriore sentenza riguardante, questa volta, la graduatoria della sottomisura 6.1, ovvero del 'Pacchetto giovani'. Si tratta di un giudizio atteso perché ricalca il contenuto della sentenza già emessa lo scorso mese riguardante il bando dedicato agli investimenti strutturali (sottomisura 4.1a)". Lo dichiarano il direttore del dipartimento regionale, Gianluca Nardone, e l'Autorità di gestione del Psr Puglia, Rosa Fiore."In previsione di un tale esito - spiegano -, l'Amministrazione si è informata ad un principio di estrema prudenza invitando ad insediarsi circa 300 giovani che, dati gli elevati punteggi, manterrebbero con ogni probabilità una posizione utile in graduatoria indipendentemente dal risultato delle verifiche".
"Nonostante i disagi e le preoccupazioni giustificate delle restanti ditte e, in particolare, dei giovani che si sono candidati a due delle più importanti misure d'investimento del nostro Psr, la Struttura regionale - rassicurano Nardone e Fiore - è impegnata a stilare nel più breve tempo possibile una graduatoria in linea con quanto indicato dal Tar. A questo proposito si ribadisce che le ulteriori verifiche richieste dal Tribunale amministrativo, con il provvedimento dello scorso mese, sono terminate con largo anticipo rispetto al previsto e gli esiti sono stati comunicati alle circa 400 ditte per le quali ad oggi il riscontro è risultato negativo".
"L'obiettivo di tutto il dipartimento Agricoltura - concludono Nardone e Fiore - è addivenire a ripristinare con la stessa celerità una graduatoria che cristallizzi definitivamente il diritto ai giovani con progetti meritevoli a ricevere il contributo pubblico nello spirito delle priorità indicate nell'avviso pubblico".