La Giunta della Regione Puglia il 21 aprile scorso ha deciso di procedere al primo riconoscimento di nuovi sette distretti produttivi rurali, dell’agroalimentare e del cibo alle condizioni previste dalla legge regionale n. 23 del 3 agosto 2007.
Il passo ulteriore per questi nuovi distretti è l’iscrizione nell’apposito Registro nazionale dei distretti del cibo, dalla quale, ai sensi dell’articolo 1, comma 499 della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (Legge di bilancio dello Stato per il 2018) deriva la possibilità stessa di presentare il contratto di distretto al ministero per le Politiche agricole per usufruire delle condizioni di agevolazione in conto capitale previste dall’articolo 3 del decreto interministeriale n. 7775 del 22 luglio 2019.

Sul piatto vi sono risorse nazionali per 10 milioni di euro l’anno sulla Legge di bilancio per il 2018. Le norme nazionali vigenti consentono anche il cofinanziamento da parte delle singole regioni, su propri capitoli di spesa e – in prospettiva – sui Programmi di sviluppo rurale della prossima programmazione.

I contributi erogati alle imprese nel quadro dei contratti di distretto sono in buona parte cumulabili con altri aiuti di Stato, compresi quelli erogati in regime di de minimis.

Le agevolazioni – che cofinanziano investimenti in attività volte alla produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, oltre ad attività di ricerca e sviluppo promossi dagli enti di distretto e dalle imprese, associazioni imprenditoriali e Op ad esso aderenti, sono concesse mediante una procedura di valutazione delle domande presentate dai soggetti proponenti, per la selezione dei programmi e progetti, sulla base di priorità, condizioni minime e criteri di valutazione previsti nei provvedimenti.

Possono essere ammessi alle agevolazioni contratti di distretto che prevedono Programmi con un ammontare delle spese ammissibili compreso tra 4 milioni e 50 milioni di euro.
 

I nuovi distretti riconosciuti da Regione Puglia

Distretto produttivo dell’agroalimentare “Distretto del Grano Duro”. Il nucleo promotore del Distretto è composto da 90 aziende che rientrano tutte nella filiera del grano duro, dagli agricoltori ai molitori, dai sementieri ai panificatori, fino ai trasportatori. Nell’istanza si rappresenta che l’insieme delle aziende aderenti registra un fatturato di complessivi 3,5 miliardi di euro, una forza lavoro di 2.500 unità e lavora, giornalmente, una quantità di 5.500 tonnellate di frumento, pari al 65% della lavorazione nazionale.
L’ambito geografico ha il suo nucleo nel territorio di Altamura e si estende con la presenza di aziende di tutta la regione, fino a registrare l’adesione di aziende operanti anche in altre regioni limitrofe.
 
Il “Distretto del cibo Alta Murgia” rientra nella tipologia dei Distretti produttivi rurali, riconosciuto per le specificità previste in caso di sovrapposizioni o complementarietà geografiche e/o settoriali con altre proposte distrettuali. Infatti, la proposta presenta obiettivi che, pur appartenendo allo stesso macrosettore agroalimentare di altre proposte formulate, è caratterizzata dalla specificità geomorfologica del territorio, dalla vocazione ambientale dei soggetti ricompresi nel Parco delle Murge e, infine, dalla specificità delle risorse naturali presenti nella zona e oggetto di tipica valorizzazione produttiva.

Il riconoscimento del “Distretto del cibo dell’area metropolitana di Bari” può assumere carattere di azione pilota per il territorio pugliese, in ragione dell’innovatività rappresentata dalla sperimentazione di un sistema urbano complesso che si connette alla propria realtà rurale per attivare forme inedite di sinergie in agricoltura.

Il riconoscimento del “Distretto biologico delle Lame” rientra nella tipologia dei Distretti Produttivi rurali e la proposta presenta obiettivi particolarmente caratterizzati dalla specificità geomorfologica del territorio e orientati ad uno sviluppo integrato di quel territorio.

Il riconoscimento del “Distretto bioslow delle Puglie” rientra nella tipologia dei Distretti Produttivi dell’agroalimentare di qualità e trova coerenza con le citate recenti Linee Guida attuative della legge regionale 23/2007, in relazione alle specificità previste in caso di sovrapposizioni o complementarietà geografiche e/o settoriali con altre proposte distrettuali. 

Con le stesse motivazioni sono stati altresì riconosciuti: il “Distretto agroecologico delle Murge e del Bradano”, quale distretto produttivo interregionale e ruale, e il “Distretto del cibo Sud Est Barese” nella tipologia dei Distretti Produttivi agroalimentari di qualità.