Le regioni del Mezzogiorno d’Italia stanno disponendo lo stato di crisi del settore agricolo o di singoli comparti, quali ad esempio il lattiero-caseario e il florovivaistico, che risultano tra i più colpiti dalla caduta di ordini fatturato legata alle misure di contenimento dell’epidemia da Covid-19. L’idea è anche quella di intercettare – oltre alle provvidenze attivabili sul Fondo di solidarietà nazionale – quegli aiuti specifici provenienti dalla eventuale attivazione delle misure per le crisi di mercato del primo pilastro della Politica agricola comune, pagate dal Fondo europeo agricolo di garanzia. Le spese sostenute attraverso le risorse del Feaga sono a totale carico dell’Ue e non prevedono cofinanziamento da parte dello Stato membro. Motivo per il quale la Commissione Ue al momento si è mostrata restia ad attivarle, pur sotto l'incessante lavoro di pressione delle organizzazioni agricole.

Il Parlamento europeo dovrà però votare in questa settimana una risoluzione per chiedere alla Commissione di aiutare le imprese agricole a superare la crisi e chiederà anche misure per prevenire una crisi dei prezzi alimentari, puntando a stabilizzare i mercati e sostenere agricoltori. Gli interventi dovrebbero andare dagli aiuti all'ammasso privato all'iniezione di liquidità per agricoltori a rischio, allevatori e cooperative, fino alla protezione dei lavoratori per prevenire carenze di manodopera. Ecco una mappa ragionata delle regioni del Mezzogiorno che si stanno candidando a questi interventi mediante la dichiarazione di stato di crisi.
 

Sicilia, deliberato stato di crisi per l’agricoltura

La Regione Siciliana ha dichiarato il 9 aprile lo stato di crisi per l’agricoltura. Nella nota diffusa da Palazzo d'Orleans si specifica infatti come “la pandemia in corso ha determinato l'azzeramento del canale Horeca e delle mense scolastiche e universitarie; la chiusura di agriturismi, enoturismi, mercati storici e rionali, nonché di quelli dell'agricoltore; l'azzeramento della domanda di cibo da parte dei turisti in Sicilia; la difficoltà lungo tutta la filiera alimentare”.
La dichiarazione evidentemente è propedeutica alla definizione degli strumenti finanziari finalizzati alla ripresa economica, che saranno attivati nell'ambito delle disposizioni nazionali e comunitarie: “Con questo atto - afferma l'assessore per l'Agricoltura, Edy Bandiera - intendiamo manifestare, chiaramente, dinanzi a quale catastrofe di carattere economico ed occupazionale ci troviamo e chiedere un'immediata accelerazione dei provvedimenti a sostegno dei settori duramente colpiti”.
 

Campania, dichiarato stato di crisi per zootecnia e florovivaismo

La Giunta regionale della Campania sin dal 31 marzo scorso ha dichiarato con delibera lo stato di crisi per le imprese zootecniche e florovivaistiche danneggiate dalla “perdurante fase emergenziale conseguente al contenimento del Covid-19" è scritto in una nota di Palazzo Santa Lucia. Inoltre è stato chiesto al “ministro per le Politiche agricole di porre in essere ogni iniziativa utile per l'attivazione delle risorse previste dal Fondo di Solidarietà Nazionale”. In più la Regione Campania sta attivando in proprio altre forme di aiuto
 

Calabria, è stato di crisi per tre comparti

La Regione Calabria il 9 aprile ha dichiarato lo stato di crisi per le imprese florovivaistiche, lattiero-casearie e agrituristiche, per i danni causati dall'emergenza sanitaria. È quanto deliberato dalla Giunta regionale, su proposta dell'assessore all'Agricoltura Gianluca Gallo, che sottolinea come la misura sia urgente: "In questo momento drammatico il tempo è prezioso. Altrettanto lo sono provvedimenti adeguati e tempestivi. Per questo la Regione Calabria ha anticipato il Governo nazionale nel dichiarare lo stato di crisi alcuni comparti produttivi che, come e più di altri, registrano gravi perdite economiche derivanti dal forte rallentamento delle vendite”.
 

Puglia, verso lo stato di crisi per il florovivaismo

La Regione Puglia si prepara ad intervenire in sostegno del comparto florovivaistico gravemente colpito per il crollo delle vendite di fiori e piante ornamentali conseguente alle misure di emergenza sanitaria. Nell’ambito dell’incontro del Tavolo florovivaistico di lunedì 6 aprile, il capo di gabinetto della Regione Puglia, Claudio Stefanazzi, e il direttore del dipartimento Agricoltura, Gianluca Nardone, hanno esposto alle rappresentanze dei produttori e delle istituzioni coinvolte le iniziative già intraprese e quelle in corso di definizione.
“Nel corso della riunione – recita una nota ufficiale di Regione Puglia dell’8 aprile scorso -  i partecipanti al tavolo hanno convenuto che la situazione è tale da rendere opportuna la dichiarazione dello stato di crisi”.