Lo riferisce la Coldiretti regionale sulla base dei dati sul commercio estero del primo semestre del 2019 pubblicati dall'Istat.
Complessivamente, da gennaio a giugno sono stati esportati all'estero beni agricoli e alimentari per un totale di 344,6 milioni di euro, contro i 327,7 del 2018, mentre le importazioni sono passate da 329,6 milioni di euro del primo semestre 2018 a 317,3 milioni di euro dei primi sei mesi del 2019.
Numeri che per l'associazione di categoria vanno difesi e incrementati, con un sistema di regole condiviso, alternativo a ipotesi protezionistiche.
Secondo la Coldiretti gli strumenti più importanti per competere restano il territorio, la qualità e la distintività, accompagnati da politiche sempre più mirate e da strategie aziendali che tengano conto anche dell'evoluzione dei mercati.
Sul piano logistico per l'associazione occorrono trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci che permettano di portare i prodotti rapidamente da Nord a Sud del paese e poi in ogni angolo d'Europa e del mondo.
Tuttavia, se questi dati investono i prodotti enogastronomici umbri anche di un importante ruolo di promozione della regione all'estero, i risultati positivi delle esportazioni agroalimentari non si sono ancora adeguatamente riversati alle imprese agricole a causa delle distorsioni che permangono nel passaggio degli alimenti lungo la filiera dal campo alla tavola.
Un tema caro alla associazione che punta sul potenziamento delle filiere e anche su quello della vendita diretta, che per la verità al momento non riguarda la vendita all'estero dei prodotti, ma resta pur sempre un importante canale di reddito e di promozione per le aziende.
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Fonte: Coldiretti Umbria