Rete rurale nazionale ha recentemente pubblicato il "Report di avanzamento della spesa pubblica dei Programmi di sviluppo rurale 2014-2020" aggiornato al 30 giugno 2019, che dà conto dell'andamento della spesa tra i programmi comunitari sulla base dei dati Agea coordinamento.

Nell'intero Mezzogiorno d'Italia ci sono tre Psr 2014-2020 che hanno già raggiunto gli obiettivi di spesa necessari all'azzeramento del rischio disimpegno automatico del Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale: tra le regioni meno sviluppate c'è la Calabria e tra quelle in transizione figurano la Sardegna ed il Molise, che ha tagliato il traguardo ad aprile scorso. Appaiono invece in difficoltà Basilicata e Puglia, con rischi disimpegno automatico a due cifre.

Per tutte le altre regioni meno sviluppate si profila invece un quadro di difficoltà medio, utile a poter comunque tagliare il traguardo del 31 dicembre 2019 con l'azzeramento della soglia di disimpegno automatico del Feasr. Per le regioni meno sviluppate, il rischio disimpegno del fondo comunitario si attestata in media - al 30 giugno 2019 - al 9,22%, il triplo delle regioni più sviluppate, che hanno invece raggiunto il 3,07%.

La spesa pubblica complessiva effettuata dalle regioni meno sviluppate dal 2015 al 30 giugno 2019 si porta così ad oltre 2152,2 milioni rispetto ad un budget complessivo di 7.374,1 milioni, da spendere e rendicontare per intero entro il 31 dicembre 2023. E l'avanzamento della spesa pubblica delle regioni meno sviluppate si attesta così mediamente a fine giugno al 29,19%, mentre si era fermata al 28,05%, al 30 aprile 2019.

La crescita assoluta della spesa pubblica dei Psr delle regioni meno sviluppate al 30 giugno - rispetto a fine aprile - mette a segno un passo da oltre 83,5 milioni di euro e sale così di quasi il 4,04% nel bimestre considerato. Un dato simile a quello del trimestre gennaio-marzo, che con 129,6 milioni di crescita della spesa aveva viaggiato al ritmo di poco più di 40,2 milioni al mese, ma inferiore alla crescita del 2,7% avutasi nel solo mese di aprile.

Il risultato della performance delle regioni meno sviluppate tra maggio e giugno è spiegato per il 45,93% dalla spesa di due Psr, quelli della Campania e della Calabria, che contribuiscono al flusso di maggio e giugno rispettivamente con oltre 19,4 milioni il primo ed oltre 18,9 milioni il secondo programma. Mentre un altro 29,1% è dovuto al Psr Sicilia, che da solo ha speso 24,3 milioni nel bimestre, intestandosi la migliore performance assoluta.

Tra le regioni del Mezzogiorno che a fine giugno viaggiano spedite verso gli obiettivi di spesa, si conferma la Calabria, che con il 42,35% di avanzamento conferma il quarto posto in classifica tra le regioni italiane primatiste, preceduta solo da Bolzano, Veneto e Trento.

Di seguito i risultati della regioni, suddivise per condizioni e in ordine decrescente di budget.
 

Regioni meno sviluppate

Sicilia

Il Psr Sicilia si presenta con quasi 24,3 milioni di euro di spesa pubblica effettuata tra maggio e giugno, la maggior crescita assoluta tra le regioni meno sviluppate, e spesa media mensile a 12,14 milioni: un dato in accelerazione sugli 8,7 milioni di euro di spesa pubblica nel mese di aprile, e maggiore anche della media di spesa mensile del trimestre gennaio-marzo, che pure era stata di oltre 10,8 milioni. E al 30 giugno l’avanzamento della spesa pubblica si attesta al 29,55%, mentre il Psr Sicilia, che ha un budget di 2148,1 milioni di euro, in questo mese raggiunge una spesa pubblica totale da oltre 645,4 milioni di euro. Il più ingente Psr d'Italia fino ad oggi ha speso oltre 388,7 milioni della quota Feasr. Ne dovrà utilizzare altri 107,7 entro il 31 dicembre prossimo e per farlo ha da spendere complessivamente almeno altri 178,1 milioni di euro, così da azzerare un rischio disimpegno automatico del Feasr, attestato al 30 giugno scorso all’8,15%.
 

Campania

La spesa pubblica del Psr in questa regione in valore assoluto è quella che cresce di più – dopo quella della Sicilia - tra le regioni meno sviluppate: attestatasi al 30 giugno ad oltre 537,3 milioni, mette a segno un aumento assoluto di oltre 19,4 milioni nel bimestre maggio-giugno. Spesa in evidente rallentamento rispetto al mese di aprile, quando era cresciuta di circa 17,7 milioni. E grazie a questo sforzo l'avanzamento di spesa al 30 giugno si porta al 29,65% sul budget, forte di ben 1.812,5 milioni. Anche la Campania è attesa ad una bella maratona fino al 31 dicembre: sarà necessaria una spesa pubblica da oltre 146,1 milioni di euro per poter utilizzare tutti gli 88,4 milioni del Feasr, che al 30 giugno risultavano a rischio disimpegno automatico per l’8,06% dell'intera quota assegnata al Psr Campania
 

Puglia

Al 30 giugno in Puglia, dove il budget del Psr è ancora di 1.16,7 milioni, in attesa degli incrementi per l’emergenza Xylella fastidiosa, Agea stima un avanzamento della spesa pubblica al 21,13% contro il 20,21% di fine aprile, pari ad una spesa pubblica complessiva da quasi 341,7 milioni. Il che ha comportato una spesa pubblica nel bimestre maggio-giugno di quasi 15 milioni di euro, dato medio mensile 7,5 milioni, in lieve accelerazione sui 7,1 milioni di aprile. La Puglia ora deve darsi da fare: questo Psr dovrà conoscere in sei mesi una spesa pubblica da oltre 268, 3 milioni di euro per centrare l'obiettivo del pieno utilizzo del Feasr - oltre 162,3 milioni – necessario ad azzerare un rischio disimpegno automatico del fondo europeo attestato il 30 giugno scorso al 16,60% .
 

Calabria

Decelera la spesa del Psr Calabria che con oltre 19,9 milioni di euro nel bimestre maggio-giugno, spesa media mensile 9,45 milioni, rallenta visibilmente rispetto ai 17,3 milioni di euro certificati nel solo mese di aprile. Ma la Calabria non ha bisogno di rincorrere obiettivi quantitativi, grazie alla soglia di disimpegno automatico del Feasr già azzerata ad inizio 2019. Qui, rispetto ad un budget complessivo del Psr attestato a 1.089,3 milioni, a fine giugno la spesa pubblica totale si attesta a oltre 461,3 milioni, pari ad un avanzamento del 42,35%. Per avanzamento, il Psr Calabria si conferma il primo tra le regioni meno sviluppate e – da aprile - anche tra tutte quelle del Mezzogiorno, superando i programmi di Molise e Sardegna. A livello nazionale quindi conferma il quarto posto in Italia dopo Bolzano, Veneto e Trento, agguantato già a fine aprile.
 

Basilicata

Il Psr Basilicata nel bimestre maggio-giugno 2019 mette a segno spesa pubblica per oltre 5,9 milioni di euro, spesa media mensile oltre 2,9 milioni di euro, dato in leggera decelerazione su aprile, quando era stata messa a segno spesa pubblica per 3,1 milioni. Con il budget del Psr Basilicata pari a 671,3 milioni di euro, la regione ora ha un gran bel da fare, perché entro il 31 dicembre prossimo andranno spesi oltre 87,4 milioni di euro, per poter rendicontare a Bruxelles l'impiego di almeno 52,8 milioni del Feasr, azzerando così un rischio disimpegno automatico attestato il 30 giugno scorso al 13,02%.
 

Regioni in transizione

Sardegna

Il Psr Sardegna, che nel trimestre gennaio-marzo aveva già azzerato il rischio di disimpegno automatico del Feasr per il 2019, risulta aver speso oltre 18,6 milioni di euro nel bimestre maggio giugno, media mensile 9,3 milioni, dato in accelerazione su aprile, quando la spesa era stata pure di oltre 8,6 milioni di euro. Cifre che consentono di attestare la spesa pubblica complessiva ad oltre 528,3 milioni di euro. La Sardegna, con un budget del Psr da 1.291,5 milioni di euro ha così raggiunto un avanzamento che si è attestato al 40,91%, quinto miglior valore tra i Psr delle regioni d'Italia, con il quale supera il Molise e si attesta subito dopo la Calabria.
 

Molise

Il Psr Molise nel bimestre maggio – giugno, dopo aver azzerato la soglia di disimpegno automatico entro il 30 aprile, scende al sesto posto in Italia per il miglior avanzamento della spesa pubblica, che resta attestato al 40,73%. Perché se nel mese di aprile la spesa pubblica era stata di oltre 7,7 milioni, nel bimestre maggio giugno questa era progredita di poco meno di 1,2 milioni, meno di 600mila euro di spesa media mensile. A fronte di un budget da 207,7 milioni, la spesa pubblica complessiva si attesta così a poco più di 84,6 milioni.

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