La fattoria 'La Balzana', forte di oltre 200 ettari di superficie agraria utile nel territorio di Santa Maria La Fossa (Ce), tornerà produttiva dopo essere stata a lungo nelle mani della criminalità organizzata e soggetta a ben due distinti provvedimenti di confisca, e diventerà anche sede di un "Parco agroalimentare di prodotti tipici della Campania".

Ad investire per il recupero e la restituzione alla collettività della struttura sarà lo Stato, con un primo stanziamento di 7 milioni di euro per il 2020 e di oltre 8,1 milioni nel 2021 a valere sul Fondo sviluppo e coesione; un progetto che vale complessivamente 30 milioni di euro.
Ad annunciarlo ieri, durante il tavolo istituzionale per il recupero e la valorizzazione del complesso agricolo tenutosi nel Centro di educazione e documentazione ambientale Pio La Torre, sono state la ministro per il Sud, Barbara Lezzi, e la sottosegretaria alle Politiche agricole, Alessandra Pesce.

Presenti al tavolo anche il direttore dell'Agenzia per la coesione territoriale Antonio Caponnetto, il presidente del consiglio di amministrazione di Agrorinasce Giovanni Allucci, il direttore dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata Bruno Frattasi e le autorità locali.

"Le risorse per il rilancio de La Balzana, pari a 15 milioni e 114mila euro, saranno assegnate nei prossimi giorni attraverso la Cabina di regia del Fsc" ha affermato Barbara Lezzi, che come ministro per il Sud la presiede. Il tavolo di ieri costituisce un passo importante per il progetto di recupero e valorizzazione de La Balzana, il complesso agricolo confiscato alla camorra, e destinato a finalità pubbliche e sociali.

La struttura presenta al suo interno circa 10 immobili produttivi e 10 villette bifamiliari, alcune delle quali sono di pregio storico. Si tratta del complesso agricolo più grande della Campania: ed è stato confiscato nell'ambito del processo Spartacus 1 a Francesco Schiavone (Sandokan) e Francesco Bidognetti, ritenuti i capi del clan camorristico dei Casalesi.

La Balzana è stata assegnata dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alle mafie al Comune di Santa Maria La Fossa, per iniziative istituzionali e sociali. Al fine della sua valorizzazione, il comune ha concesso la gestione della struttura ad Agrorinasce, società con capitale interamente pubblico che già si occupa di altri 156 beni confiscati.

L'obiettivo del progetto è la realizzazione del "Parco agroalimentare di prodotti tipici della Campania" che nelle intenzioni progettuali dovrà essere un modello di efficienza produttiva che possa fare da traino per lo sviluppo del territorio attraverso l'insediamento di nuove imprese collegate al settore agroalimentare. Un modello che possa rafforzare la presenza delle istituzioni, rispondendo concretamente alla richiesta di legalità del territorio.

Il piano per la valorizzazione del complesso La Balzana si colloca all'interno della "Strategia nazionale di valorizzazione dei beni confiscati, attraverso le politiche di coesione". Alessandra Pesce ha sostenuto che: "il lavoro del tavolo punterà a selezionare nel novero delle iniziative da inserire nel progetto, tutte quelle economicamente sostenibili, perché il progetto deve autosostenersi".

Barbara Lezzi ha ricordato poi: "quanto sia importante per i beni confiscati un riuso sociale forte che sia fonte di consenso per le istituzioni, lì dove in passato era la criminalità con l'utilizzo di quei beni a dare lavoro e costruire il proprio consenso sociale".

Giovanni Allucci ha invece sottolineato come "è previsto nel progetto l'inserimento nel contesto de La Balzana dell'Istituto agrario e che non saranno previste variazioni di destinazione d'uso per i 200 ettari di terreno agricolo".