Discrete rese per ettaro, una buona media per il contenuto proteico, ma una scarsa redditività del prezzo corrisposto ai produttori – intorno ai 230 euro alla tonnellata - tra i quali inizia a serpeggiare un diffuso malcontento: la campagna del grano, in provincia di Foggia, è ormai completata per circa l'80%, e Cia Capitanata, con una lunga e dettagliata nota, inizia a tracciare un primo bilancio.

"Le zone collinari dei Monti Dauni devono ancora ultimare la raccolta, per cui i primi dati si riferiscono a tutto il resto della provincia - ha spiegato Michele Ferrandino, presidente provinciale di Cia Capitanata - In alcune zone, si sono raccolte punte massime di 60 quintali per ettaro; in altre si oscilla fra i 30 ed i 35 quintali. In linea di massima, tuttavia, ci si può ritenere abbastanza soddisfatti per quanto riguarda le quantità. La media proteica si colloca tra i valori di 11 e 14%. E nel Nord foggiano la forchetta si stringe tra 15 e 16% di proteine. Di buon livello è anche il peso specifico del grano raccolto, fino a 83 kg per 100 litri. Le note dolenti, purtroppo, arrivano ancora una volta dai prezzi corrisposti ai produttori" ha aggiunto Ferrandino.

"Chi ha sottoscritto contratti di filiera e non ha raggiunto il valore proteico concordato potrebbe avere un danno economico rilevante, e questo è un aspetto non trascurabile – ha sottolineato il presidente Ferrandino, che è molto più preoccupato però per i prezzi di mercato all'origine - Il prezzo, che all'inizio della campagna si attestava attorno ai 250 euro alla tonnellata, negli ultimi giorni è sceso fino a 230 euro".
In alcune zone, poi, le piogge e le grandinate verificatesi a giugno hanno danneggiato i campi di grano al culmine della fase di maturazione. Ma, visti i risultati, si tratta di danni contenuti.

"Quest'anno chi gioca al ribasso ha davvero poche scuse, non c'è stata pioggia, per cui non ci sarà spazio per inserire categorie fantasiose come il famigerato grano slavato della scorsa stagione. Le medie proteiche e del peso specifico sono buone. Il problema del prezzo, però, permane" sintetizza Ferrandino.

"Prima che i campi di grano della Capitanata fossero pronti per la trebbiatura, dal Canada e da altre nazioni sono arrivati diversi carichi di grano importato", ha dichiarato Nicola Cantatore, direttore provinciale di Cia Capitanata.

"I margini di reddito per i produttori restano davvero esigui, in molti casi addirittura negativi - ha rincarato la dose Silvana Roberto, vicepresidente di Cia Capitanata - Noi stiamo continuando a batterci per la Commissione unica nazionale, affinché i prezzi siano determinati secondo parametri che possano fornire maggiori certezze e un livello inferiore di conflittualità tra le parti. Noi crediamo che la Cun debba avere sede a Foggia, perché il capoluogo e l'intera Capitanata hanno numeri, eccellenze, storia e strutture importanti che fanno ricerca e significano innovazione e futuro", ha aggiunto Silvana Roberto.

Il Tavoliere e l'intera provincia sono, ancora oggi, il granaio d'Italia per qualità, quantità, ampiezza e struttura delle reti di produzione e trasformazione, nonché per la presenza del centro di ricerche sul grano del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria.

E per Cia Capitanata se la Cun non è la panacea di tutti i mali, bensì uno strumento importante per la trasparenza del prezzo corrisposto ai produttori: "Con l'assegnazione della Cun a Foggia, il governo darebbe un segno tangibile del sostegno all'agricoltura virtuosa, capace di premiare le aziende sane, che si muovono nel solco dell'innovazione e della legalità" sostiene la nota di Cia.

"La malapianta della criminalità e delle agromafie si combatte così, favorendo lo sviluppo di una vera, concreta e reale filiera etica e qualitativa del grano, come si sta cercando di fare per il pomodoro, per l'olio, e per gli altri asset strategici dell'agroalimentare pugliese e italiano" conclude il comunicato.