“Le bizze climatiche delle ultime settimane e la grandine dei giorni scorsi sarà pagata a caro prezzo dal comparto agricolo campano. Da quanto emerge dal monitoraggio della Cia, solo nella provincia di Avellino la produzione di ciliegie registrerà un calo di produzione di oltre il 60 per cento" segnala la nota dell’organizzazione agricola.
Secondo i tecnici di Cia “In queste condizioni è infatti difficile anche solo trapiantare le piante da orto”. Non solo, temperature basse, umidità e grandine hanno fortemente indebolito anche i vigneti “più esposti a eccessi di funghi dannosi per il ciclo produttivo”. Ma le affezioni fungine riguardano anche il comparto castanicolo, di cui la Campania grazie alla provincia di Avellino è leader di settore e anche in questo caso Cia Campania prevede “un altro anno di scarso raccolto”. Stesso discorso per l’olivicoltura, che già negli scorsi anni ha fatto registrare nella in Irpinia un calo del 60-70%. Anche i cereali e i foraggi avrebbero bisogno di sole per recuperare parte del raccolto. Al momento si stima una perdita di circa il 30 per cento.
“Ci sono danni per milioni di euro – afferm Mastrocinque – Chiediamo alla regione Campania di attivare tutti gli strumenti necessari per far fronte alla situazione che si è creata, altrimenti intere aziende con le loro famiglie saranno al collasso economico. Ci sono tutti gli estremi per riconoscere lo stato di calamità”. Lo scenario è reso ancora più complesso anche dalla difficoltà che, per il clima, sta attraversando il comparto del tabacco. “Se continuerà così – aggiunge Mastrocinque – non sarà possibile piantare il tabacco perdendo un intero anno di produzione”.
Cia Campania invita le istituzioni regionali e nazionali a riflettere anche sulla necessità della creazione di un piano di prevenzione, elaborato in partnership con università e centri di ricerca: perché i cambiamenti climatici non sono più un’eccezione, certe ciclicità si sono trasformate e occorre attrezzarsi per non subirle.