Il settore AgTech e FoodTech sta esplodendo. Nel 2018 sono stati investiti in startup innovative circa 17 miliardi di dollari (dati AgFunder). Le giovani imprese che innovano il modo in cui il cibo viene prodotto, trasformato e arriva sulle nostre tavole piacciono agli investitori e alle big corporation. Dagli investimenti seed, utili a muovere i primi passi, fino alle acquisizioni a nove zeri, le opportunità nel settore sono molteplici.

E l'Italia è terra di startup. Complice la vocazione culturale al cibo, il Belpaese sforna team innovativi che tuttavia spesso prendono la strada dell'estero per poter crescere. Certo, in Italia non ci sono i fondi di investimento di Londra, né un settore pubblico 'sensibile' come in Israele, né tantomeno grandi aziende con una forte propensione all'open innovation come in Francia (anche se qualcosa si muove).

Eppure lanciare una startup in Italia è possibile. E il punto di partenza sono i programmi di accelerazione, percorsi pensati per fornire mentorship, network e qualche capitale alle nascenti imprese AgTech e FoodTech.

Ecco allora i dieci programmi di accelerazione disponibili in Italia nel settore agroalimentare (rigorosamente in ordine alfabetico).

BeeCoFarm. E' un piccolo programma di accelerazione con sede a Grosseto. Fondato e animato da Luigi Galimberti, fondatore di Sfera, la promettente serra hi-tech costruita proprio nella campagna toscana.

Blu1877. E' il programma di accelerazione appena lanciato da Barilla che ha l'obiettivo di scovare startup che abbiano sviluppato tecnologie che possano essere complementari al business del colosso di Parma.

FoodTech accelerator. E' il programma di accelerazione lanciato da Amadori, Cereal Docks e Gruppo Finiper, in collaborazione con Deloitte e con il supporto di Innogest, Digital magics, Seeds&Chips, Federalimentare giovani e Campari Group. Con sede a Milano, questo acceleratore ha da poco selezionato le sue prime sette startup in ambito food e retail.

Future food accelerator. E' il programma di accelerazione con sede a Bologna, verticale sul Food, legato al Future food institute e al Food innovation program.

G4A. E' il programma di Bayer dedicato alle startup digital attive nei settori salute e agricoltura.

H-Farm. Si tratta di un vero e proprio campus, in provincia di Treviso, focalizzato sui temi digital a 360 gradi. Un luogo di incontro tra stratup, mentors e imprese che guarda anche al settore food e agro.

Metro accelerator. Il colosso della Gdo tedesco, con l'aiuto di Techstars, ha lanciato un suo programma di accelerazione (che si tiene a Berlino) dedicato alle startup innovative nel settore food e del turismo.

Plug&PLay. E' l'ultimo arrivato in ordine di tempo. La piattaforma originaria della Silicon Valley è sbarcata a Milano e ha come obiettivo quello di fare matching tra le startup tricolore e le aziende che vorrebbero innovarsi ma che non sono in grado di farlo da sole. A dare man forte in terra italica ci sono Esselunga, Lavazza, UniCredit e TetraPak.

Startupbootcamp FoodTech. Ha aperto in Italia ormai dal 2016 la branch italiana della piattaforma internazionale Startupbootcamp. A Roma le startup selezionate possono disporre di mentor e della estesa rete di relazioni messa a disposizione per far crescere la propria idea di business e trovare investitori. Tra le aziende partner c'è Monini, LVenture Group, Gambero Rosso e Danone.

Startup initiative. E' il programma di accelerazione di Intesa SanPaolo. Nato nel 2009, il programma ha diverse call focalizzate su tematiche specifiche, tra cui anche l'agro-food. Aiuta i team a sviluppare l'idea di business e a trovare le aziende giuste per fare partnership.

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