“Il punto di discussione più atteso della riunione odierna ha riguardato la posizione delle Regioni sulla riforma della Politica agricola comune – ha detto ieri l’assessore alle Risorse agroalimentari di Regione Puglia, Leonardo di Gioia, coordinatore della Cpa – quindi, sul futuro agricolo, sulle risorse e modalità di funzionamento del primo e secondo pilastro attinente la nuova programmazione di sviluppo rurale”.
“In particolare – ha proseguito di Gioia - le Regioni hanno preso atto delle evoluzioni che ci sono state in Parlamento europeo nella commissione Agricoltura ove è stato riconosciuto il buon funzionamento del sistema agricolo italiano, con l’individuazione delle autorità di gestione, ancora una volta su base regionale. Il rischio, in principio, era la scelta di una centralizzazione dell’autorità di gestione, pretesto che avrebbe consentito di omologare le politiche su base nazionale. Rivendichiamo, invece, in questo modo la nostra biodiversità, differente da regione e regione, e le oggettive diversità delle agricolture regionali, di cui è doveroso tenere conto nella futura programmazione, negli investimenti e per le metodologie con cui ciascuna tipologia di produzione dovrà essere condotta”.
Nondimeno le Regioni non disconoscono la necessità di una ruolo più forte del ministero per le Politiche agricole:“Tutte le regioni convengono nella necessità di una maggiore rilevanza del Mipaaft – ha sottolineato il coordinatore della Cpa - nell’unificare le politiche, così come le regioni, specie quelle di confine, devono essere attente ad attuare delle metodologie simili, evitando differenze sui piani di gestione dei medesimi comparti: è un modo per diventare più forti specialmente nelle dinamiche concorrenziali”.
Sul primo pilastro l'Italia ha lavorato per aiutare gli agricoltori della Puglia, colpiti dalla Xylella: “Inoltre – ha concluso di Gioia - abbiamo lavorato per dare un senso alla vicenda che riguarda la nostra regione sulle fitopatie, in particolare, sulla Xylella fastidiosa: stiamo difatti, cercando, nell’ambito del primo pilastro, di aumentare il premio di base per quei territori colpiti, in modo che venga slegata la contribuzione dal fatto che ci siano produzioni mirate. Questo salverebbe gran parte della nostra agricoltura, specie salentina, in attesa di una riconversione o nuova vita che potranno avere i nostri territori”.
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Fonte: Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
Autore: Mimmo Pelagalli