L'agroalimentare vede positivo nel triennio dal 2018 al 2020, con una crescita della produzione prevista del +4% e un +5% di redditività. Sono questi i dati più rilevanti della ricerca condotta da Crif e Nomisma relativamente all'outlook previsionale triennale sulla filiera agroalimentare. Un settore solido che ha retto la crisi, mantenendo livello di occupazione importante, con 1,2 milioni di imprese occupate nella filiera e 3 milioni di occupati.

Guardando ai dati 2017, dalla ricerca si evince come sia proseguita la ripresa dei consumi food & beverage, grazie al miglioramento dello scenario macroeconomico nazionale e a un potere d'acquisto più elevato per le famiglie italiane, con una spesa totale di 243 miliardi di euro, in crescita rispetto all'1,5%.

I cambiamenti più significativi si sono registrati nella composizione dei consumi alimentari, sotto la spinta dei nuovi trend di consumo e dei cambiamenti negli stili di vita. Tra i nuovi driver di consumo ci sono l'origine, la qualità certificata e i valori salutistici, così come diventano sempre più importanti i prodotti che richiamano l'italianità del prodotto e gli alimenti che assicurano il time saving.

"Si è ancora ben lontani dai tempi pre-crisi, tanto che se si considera il trend decennale, i consumi interni risultano nel complesso in calo del 5,2% - spiega Emanuele Di Faustino, project manager agroalimentare di Nomisma – Le notizie più positive arrivano dalla capacità di presidio dei mercati internazionali, con la domanda di made in Italy che continua a crescere. Nel 2017 le vendite all'estero hanno raggiunto i 40 miliardi di euro, con un +5,5% rispetto al 2016, con l'espansione prevista anche nel 2018 (+2,5 nel primo semestre)".

Sulle prospettive, l'outlook prodotto da Crif e Nomisma si inserisce in un contesto di moderata ripresa dell'economia nazionale e di sostanziale stabilità dei prezzi delle commodity agricole. La ricerca stima per il periodo 2018-2020 una crescita media annua a prezzi correnti della produzione di filiera del 4%.

"All'interno della filiera la performance migliore sarà quella delle imprese dei servizi – sottolinea Pierpaolo Cristaudo, big data & marketing analytics director di Crif – L'export sarà l'altro grande fattore trainante della produzione nazionale, che spingerò in particolar modo gli anelli di trasformazione e materie prime. Meno positiva rispetto al resto della filiera la crescita per la distribuzione (+3%)".

Infine, dal punto di vista della redditività, si prospetta una condizione di sostanziale stabilità, con performance positive per l'anello della materie prime, con margini stimati oltre l'8%.