E’ stata pubblicata ieri, 27 settembre 2018, l’ordinanza del Tribunale amministrativo regionale della Puglia 367/2018 sulla richiesta di sospensione d’efficacia e annullamento del bando della misura 4.1 del Programma di sviluppo rurale della Regione Puglia dedicato agli investimenti strutturali e pubblicato il 16 novembre 2017. L’ordinanza, nel rinviare la trattazione di merito sull’eventuale annullamento del bando al 4 dicembre prossimo, lo ha di fatto sospeso parzialmente, dettando al contempo le norme per consentirne l’espletamento a Regione Puglia, al fine dell’eventuale ripescaggio in graduatoria dei ricorrenti.

Sul tappeto la questione posta da ben 39 imprese ricorrenti, su oltre duemila, ovvero quella della illogicità delle modalità di utilizzo del parametro di valutazione denominato Incremento performance economiche ai fini della formazione della graduatoria finale. L’Ipe aziendale - secondo il bando in questione - si calcola rapportando la differenza tra margine lordo post investimento e quello ex ante al costo totale dell’investimento richiesto, assegnandovi un punteggio massimo pari a 25 ad ogni impresa che ha presentato domanda. L’Ipe così ottenuto viene infine rapportato al valore di performance economica medio determinato dai business plan presentati nell’ambito dell’avviso pubblico, allo scopo di apportare un correttivo alle possibili distorsioni ricollegabili alle proiezioni/previsioni di redditività, rimesse - in ultima analisi - alle dichiarazioni degli interessati.

Il Tar Puglia ha riconosciuto che l’utilizzo della media della redditività dei business plan “presentati” per valutare le singole domande è viziato, poiché il calcolo di questa media è frutto anche dei dati palesemente fuori dai canoni di redditività agronomica ed economica, contenuti in molte domande. Tanto è vero che il 73% delle "domande ammesse" alla fase successiva dovrà essere verificato in contraddittorio, poiché presentano dati aziendali dichiarati non conformi al fine dell’attribuzione dei punteggi previsti dal criterio di selezione agronomico ed economico.

Tar Puglia, nel riconoscere l’illogicità della modalità di utilizzo dell’Ipe aziendale, ha disposto, nelle more della discussione di merito, che  la Regione “dovrà riconsiderare il valore di performance economica medio ricalcolandolo al netto di quelle domande per le quali dovesse essere confermata la non conformità dei dati, al solo fine di valutare il possibile ripescaggio dei ricorrenti per un’eventuale collocazione in graduatoria, previa verifica della regolarità dei dati dagli stessi dichiarati”.

In questo modo, nei fatti, si consente in tempi brevi l’espletamento del bando. “Esprimo soddisfazione perché il Tar Puglia ha sostanzialmente accolto la posizione dell’Avvocatura regionale e del dipartimento Agricoltura sbloccando la graduatoria del Psr Puglia per gli investimenti strutturali, consentendo, come da noi auspicato, alla Regione di procedere celermente a completare le istruttorie ed effettuare i pagamenti" ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commentando l’Ordinanza del Tar.
 
E ha aggiunto: ”In particolare il Tar ci invita ad effettuare la distinzione tra i richiedenti corretti nel prevedere la redditività dell’investimento e concorrenti che hanno esagerato in questa previsione. In questo modo tutto il lavoro dell’assessorato verrà utilizzato rapidamente per finanziare le aspirazioni dell’agricoltura pugliese a crescere ed a prosperare”.

“In attesa delle altre decisioni, relative all’insediamento dei giovani agricoltori ed al finanziamento delle attività di diversificazione, l’amministrazione regionale - ha dichiarato l’assessore Leonardo di Gioia -, sin da oggi, è al lavoro per dare attuazione a quanto disposto dal Tar Puglia. Nei prossimi giorni sarà avviato il contraddittorio con le aziende che hanno proposto dei piani di azione ritenuti non congrui e che avranno possibilità di controdedurre sapendo che, ove non riuscissero a dimostrare la propria buona fede e il proprio corretto operato, potrebbero incappare in conseguenze severe che solleciteremo per garantire la difesa degli interessi pubblici. Ciò anche per tutelare i diritti di coloro i quali hanno partecipato con etica e coscienza alla procedura pubblica in oggetto”.