Più Europa nella Politica agricola comune, con una forte connotazione sovranazionale, pur nella flessibilità delle diverse realtà territoriali.
È il messaggio emerso da tre giorni intensi di dibattito che hanno animato il Global Food Forum (Gff), organizzato da Farm Europe e Confagricoltura a Mezzana Bigli, in provincia di Pavia, evento al quale hanno partecipato anche i ministri dell’Agricoltura italiano, Gian Marco Centinaio, e francese, Stéphane Travert.
 

Europa, l'importanza dell'agricoltura

Col collega francese abbiamo fatto asse - ha dichiarato il ministro Centinaio - e ringrazio Confagricoltura perché anche grazie a questo evento stiamo consolidando rapporti avviati da quando ci siamo insediati”, spiegando che l’intesa si ispira alla tutela di modelli di agricoltura che producono entrambi qualità. Quello che è necessario è tutelare la specificità delle singole agricoltura senza populismi.

Al Gff emergono le aspettative degli agricoltori europei, che chiedono di sostenere la trasformazione dell’agricoltura e delle zone rurali per affrontare le nuove sfide economiche, ambientali e climatiche che attendono l’Ue, ma anche rispondere agli imperativi della sicurezza e della sovranità alimentare e contribuire all’equilibrio dei mercati agricoli e agroalimentari a livello globale. 
I punti chiave per la crescita dell’agricoltura, secondo Centinaio, sposano la diade agricoltura/turismo, ma allo stesso tempo non dimenticano le esigenze di semplificazione in agricoltura per abbattere i costi burocratici.
Anche per il ministro francese Travert “la Pac deve sostenere gli agricoltori nelle sfide attuali, comprese quelle che derivano dalle esigenze delle qualità dei consumatori, conservando la dotazione agricola all’attuale livello". 

ll futuro deve prevedere una Pac veramente comune - ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che è anche presidente del Global Food Forum -. Una Pac che sia l’espressione concreta della volontà di assicurare un futuro europeo all’agricoltura, nonostante le spinte ‘centrifughe’ e il ritorno dei nazionalismi. Una Pac più coerente, più semplice e più efficace, credibile anche agli occhi dei consumatori, di facile applicazione e che sia strumento a supporto dell’economia agricola verso la transizione ad una performance economica ed ambientale”.

Orientamenti europei ed esigenze nazionali possono e, anzi, devono convivere per dare più forza al settore agricolo. “La Pac - ha detto il presidente di Farm Europe, Yves Madre - deve restare agricola, essere veramente europea a livello economico e ambientale, affrontando in maniera seria i temi dell'innovazione e della ricerca, anche genetica”.

Per il vicepresidente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo, Paolo De Castro, la missione della politica è “rispondere alle richieste degli agricoltori con strumenti atti a premettere loro di stare sul mercato riducendo, contemporaneamente, l’impatto sull’ambiente con l’agricoltura di precisione e la lotta genetica”.

Considerando le proposte iniziali della Commissione, l’auspicio dei partecipanti al Gff è che i legislatori europei vogliano considerare alcune azioni per raggiungere l’obiettivo di una politica europea forte, rispondendo alle sfide che devono affrontare i diversi settori agricoli e i territori rurali dell’Ue, combinando orientamenti europei e flessibilità nazionale.
 

Le proposte

Questi i suggerimenti emersi dal Global Food Forum: definire a livello europeo un livello di base per la nuova condizionalità a carico di ciascun agricoltore, con la possibilità per gli Stati membri e gli agricoltori di proporre misure equivalenti che possano essere riconosciute come più appropriate e dello stesso effetto; prevedere negli atti di base una quota minima nei budget nazionali del primo pilastro da dedicare al pagamento disaccoppiato di base per gli agricoltori; definire le misure degli “eco-schemi” nel primo pilastro per la transizione ecologica dell’agricoltura europea, solo a condizione che abbiano un impatto positivo sia sull’ambiente che sull’economia dei settori; sviluppare strategie settoriali nel quadro dei programmi operativi delle Op, utilizzando opportunamente anche gli aiuti accoppiati; dedicare risorse sufficienti del Secondo pilastro alle misure a favore dell’ambiente e delle regioni svantaggiate.
E poi, ancora, istituire un fondo europeo pluriennale di gestione delle crisi in agricoltura, che sappia dare una risposta credibile, reattiva e immediata in caso di gravi crisi; garantire una base giuridica unica, equa e proporzionale per l’ammissibilità agli aiuti di tutti gli agricoltori europei; nonché per l’applicazione dei controlli e delle sanzioni previste nei 27 diversi piani strategici nazionali.