"Il progetto nasce dalla sfida lanciata da Coprob nel 2017 con la coltivazione biologica di alcuni ettari - spiega il presidente della cooperativa Claudio Gallerani - Gli ottimi risultati ottenuti l'anno scorso hanno portato la cooperativa ad ampliare la sperimentazione nel 2018 su 130 ettari coltivati da 31 aziende agricole e anche quest'anno i risultati sono stati più che positivi".
"Il made in Italy e il biologico sono elementi che valorizzano i prodotti rispetto ai consumatori - afferma il presidente di Federbio Paolo Carnemolla - La domanda commerciale di zucchero biologico è molto forte, con i principali player italiani dell'agroindustria che sono interessati ad acquistare un prodotto che ancora non esiste sul mercato".
'Agricoltura biologica per la barbabietola', il progetto
A fronte della domanda di mercato, Coprob e Federbio hanno unito le loro forze per creare la prima filiera italiana di zucchero biologico. Una filiera tracciata, garantita e di qualità.Coprob metterà a disposizione tutta l'esperienza nella gestione della barbabietola fino alla trasformazione. Federbio invece metterà a disposizione l'assistenza tecnica biologica, il supporto commerciale agli agricoltori e il percorso di crescita nel settore biologico.
Il progetto di coltivazione vuole inserire l'azienda agricola all'interno di un approccio multi-filiera, nel quale vengono contrattualizzate tutte le produzioni inserite all'interno di idonee rotazioni, in modo da poter dare la possibilità all'azienda agricola biologica di assicurare la vendita di tutte le colture in rotazione. Le aziende agricole potranno scegliere se contrattualizzare le coltivazioni in rotazione con i diversi capofiliera che vorranno partecipare al progetto.
La multi-filiera sarà caratterizzata per la tracciabilità di tutti i processi in modo da conferire valore aggiunto al prodotto e, di conseguenza, dare condizioni di vendita migliori ai produttori.
Nello stesso tempo si potrà garantire al consumatore la provenienza, la trasparenza dei disciplinari di produzione biologica e l'elevato livello tecnologico conseguito dagli agricoltori coinvolti, al fine di soddisfare le attuali richieste in tema di conoscenza dei processi produttivi e a garanzia della sicurezza alimentare e dell'origine delle produzioni agricole, in poche parole: la provenienza da filiere italiane.
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Fonte: Coprob