Il Programma di sviluppo rurale Puglia 2014 - 2020 è ad un punto di svolta, ma non è ancora chiaro come si evolverà e se ci sarà l'attesa rimodulazione dei fondi volta a soddisfare tutte le domande dei 9mila agricoltori finite almeno in buona parte in overbooking.
Tra questi vi sono molti giovani neo insediati che hanno fatto richiesta per il premio e per il cofinanziamento degli investimenti. E c'è anche il caso emblematico della graduatoria  della misura 6.4 per la realizzazione di agriturismi e attività extra agricole: su 560 aziende in graduatoria il budget da 20 milioni di euro basta solo per le prime 162.
E' quanto emerge da una settimana contrassegnata da un Tavolo verde e da un Comitato di vigilanza dedicati al programma pugliese.

Lunedì 4 giugno, secondo quanto diffuso da Coldiretti Puglia, il Tavolo verde ha sancito quanto già annunciato dal presidente Michele Emiliano e dall'assessore Leonardo di Gioia a fine marzo: spostare soldi da Gal e altre misure verso gli investimenti e i giovani.
 
Ma in tal senso - e nella stessa giornata - non arriva una conferma immediata da Regione Puglia.
In assessorato Agricoltura fanno notare che il tutto deve essere recepito dal Comitato di sorveglianza fissato per il 6 giugno.

E proprio dal Comitato non perviene una parola definitiva sulla rimodulazione dei fondi, a causa dei numerosi ricorsi pendenti sulle graduatorie delle misure a investimento del Psr Puglia, che ha addirittura portato Copagri Puglia a chiedere l'annullamento dei bandi, per evitare il protrarsi della situazione di stallo, che segue i continui rinvii di udienza del Tar Puglia .

E da Copagri parte anche una bordata verso l'assessore di Gioia: avanzamento della spesa del Psr Puglia solo al 7,5% nel primo trimestre 2018. Secca la smentita dell'assessore “Siamo al 10,58% e ben al di sopra di molte regioni italiane”. Mentre fonti confidenziali riferiscono che sulla rimodulazione dei fondi, continua il negoziato tra Regione Puglia e la Commissione Ue.

Nella serata di ieri, l'assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia - replicando alla nota di Copagri Puglia in merito all'utilizzo delle risorse del Psr - ha dichiarato: "Lo stato di avanzamento della spesa pubblica del Programma di Sviluppo rurale 2014 - 2020 vede la Regione Puglia avanti rispetto al Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Valle d'Aosta, Marche, Abruzzo e Campania, con un dato medio tra le misure del 10,58% come dai dati pubblicati da Rete rurale nazionale nel primo trimestre 2018 a fronte di una media italiana che si attesta sul 15,89%".

"Al di là delle considerazioni tecniche e giuridiche avanzate sull'ipotesi di revoca dei bandi, su cui faremo le valutazioni necessarie, spiace che le posizioni espresse da Copagri vengano motivate sulla base di numeri palesemente sbagliati: 7,5% di avanzamento di spesa è un numero inesistente ed inventato, oltre che attribuito ai componenti dei Sevizi della Commissione europea che mai hanno citato tale valore" ha sottolineato ancora di Gioia.
"Dobbiamo di certo migliorare le performance: è una delle nostre priorità  - ha concluso – ma gli sforzi che stiamo mettendo in campo non vanno banalizzati da comunicazioni superficiali ed errate".

Copagri Puglia in una nota aveva affermato: "In sede di Comitato di sorveglianza, la Commissione europea ha riferito che, a fronte di una spesa media del 15%, la Regione Puglia si trova al 7,5% e che a tutt'oggi risultava assente il dato relativo agli impegni di spesa giuridicamente vincolanti. Tutto questo Copagri lo aveva denunciato da mesi. Rispetto a questo scenario Copagri Puglia ha chiesto l'annullamento in autotutela - ai sensi e per gli effetti dell'articolo 21/nonies della legge 241/1990 dei bandi emessi dall'autorità di gestione relativamente alle misure: 4.1a - 4.1b 4.2 - 6.1 - 6.4 in quanto contengono tutti gli elementi di criticità oggetto dei numerosi ricorsi".

Tale richiesta sarebbe dettata – secondo Copagri Puglia "Dalla necessità di superare la situazione di stallo del Psr come evidenziato peraltro dalla relazione a firma dell'Autorità di gestione contenuta nelle proposte di modifiche di maggio 2018”.

A due anni dalla pubblicazione dei bandi – secondo l'organizzazione agricola – la richiesta di annullamento e la riproposizione di nuovi bandi che superano le criticità emerse nei ricorsi, fatti salvi i diritti acquisiti, è l'unica modalità in grado di fornire tempi certi all'andamento della spesa del Psr e agli agricoltori per i pagamenti.