Franco Alfieri, già consigliere delegato del presidente della Regione Campania all’Agricoltura, torna al suo posto. Alfieri si era dimesso prima della campagna elettorale, perché candidato al parlamento. Dimissioni mai accettate dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che non lo aveva peraltro mai sostituito in quel ruolo, e che di fatto lasciava in una condizione di sospensione le deleghe. Ieri mattina, il presidente De Luca ha riconfermato le deleghe all’Agricoltura, caccia, forestazione e pesca ad Alfieri. Un passaggio più politico che istituzionale, a questo punto. La notizia si è rapidamente diffusa attraverso canali informali, e non è stata smentita dall’ufficio stampa della presidenza della Regione Campania.

Una nota di commento positiva è stata espressa in mattinata di oggi da Confagricoltura Campania sul ritorno di Alfieri quale consigliere delegato: “Confagricoltura augura buon lavoro a Franco Alfieri, al quale il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha inteso riaffidare il compito di consigliere delegato per l’agricoltura, riteniamo che possa ben continuare il lavoro già intrapreso, finalizzato alla sburocratizzazione e alla modernizzazione dell’assessorato, in vista di un utilizzo più efficiente e più efficace delle risorse comunitarie a disposizione del settore agricolo – ha detto Fabrizio Marzano, presidente di Confagricoltura Campania nell’apprendere la notizia stamane.
La stessa organizzazione, prima della campagna elettorale, aveva chiesto al presidente De Luca di nominare Alfieri assessore all’Agricoltura, delega ancora mantenuta ad interim da governatore campano.

Alfieri si ritrova a fronteggiare una situazione calda su molti fronti, con uno scontento diffuso tra gli agricoltori che ha portato la Cia Campania di Alessandro Mastrocinque ad indire per il 6 aprile prossimo una manifestazione di protesta. Molti i temi da affrontare in agenda: a cominciare da quello del Programma di sviluppo rurale Campania 2014-2020 che, se ha visto la spesa ripartire tra gennaio e febbraio, non di meno sconta un notevole ritardo, con un avanzamento della spesa pubblica a fine febbraio 2018 non ancora pervenuto all’8% di un budget da 1812,5 milioni di euro: il secondo d’Italia dopo quello del Psr Sicilia.