Fermi a Foggia i prezzi all’origine del grano duro fino nazionale secondo Ismea, attestatisi il 28 febbraio scorso ad un prezzo medio di 212,50 euro alla tonnellata rispetto all’ultima rilevazione, ma non si può fare a meno di notare che questo valore è più basso di ben 5 euro a tonnellata rispetto a quanto rilevato dallo stesso istituto il 7 febbraio 2018.
Sembra essersi fermata la perdita di valore del grano duro fino nazionale all’ingrosso, alle condizioni di "franco partenza luogo di stoccaggio" secondo quanto rilevato dalla Borsa merci della Camera di commercio di Foggia: dopo tre sedute consecutive contrassegnate dai ribassi - con prezzi arrivati a 219 euro la tonnellata sui massimi e a 214 euro sui valori minimi mercoledì 21 febbraio 2018, in costanza di una attività operativa improntata alla calma - non si riscontrano fino a ieri, 7 marzo 2018 ulteriori cali. In pratica le due successive sedute segnalano nuovamente stabilità.
Andamento dei prezzi all’origine
A Foggia Ismea ha registrato il 28 febbraio 2018 un prezzo medio del grano duro fino nazionale all'origine - alle condizioni "franco magazzino di partenza" di 212,5 euro/tonnellata in calo del 2,29% rispetto ai 217,50 euro a tonnellata registrati lo scorso 7 febbraio. Per altro, in quella data, il prezzo all’origine risultava già in calo del 2,2% sull'ultima rilevazione.In realtà la perdita è del 4,49% se si raffronta il prezzo del 28 febbraio ai 222,5 euro registrati dall'Istituto il 24 gennaio scorso, quando invece si era rilevata una ripresina dello 0,46% sul prezzo del 6 dicembre: 217,5 euro/tonnellata.
Rispetto al 29 agosto 2017, quando il prezzo della nuova mietitura all’origine era di 232,5 euro alla tonnellata, si riscontra sul 28 febbraio una perdita dell'8,60%.
Andamento dei prezzi all’ingrosso
Le prime due settimane di febbraio avevano gelato i prezzi del grano duro fino nazionale all'ingrosso sulla piazza di Foggia, che perdeva già il 14 febbraio il 3,08% su valori massimi rispetto alle quotazioni del 31 gennaio scorso, stabili dal 4 ottobre 2017 a 227 euro/tonnellata.I primi segni di cedimento erano pervenuti già il 7 febbraio, con un prezzo minimo che cala a 221 euro a tonnellata, e il massimo a 226. Ma il 14 febbraio il cereale pastificabile perde altri 5 euro e quota 215 sui valori minimi e 220 sui massimi.
Il terzo calo consecutivo del 21 febbraio – contenuto in un solo euro sia sui minimi che sui massimi – ha così annunciato una frenata della corsa al ribasso e ha riaperto la fase di stabilità. Seguono infatti due sedute (28 febbrario e 7 marzo 2018) con prezzi fermi a 219 – 214 euro a tonnellata, che incorporano però un calo cumulato del 3,52% su valori massimi rispetto al 31 gennaio 2018.
Questi ultimi prezzi, rimasti costanti nelle ultime due settimane, restano comunque molto lontani i 240 euro/tonnellata sui massimi dello scorso 30 agosto, rispetto ai quali la perdita di valore all’ingrosso è dell’8,75%.