La Regione autonoma della Sardegna richiederà al Governo italiano la declaratoria di stato di calamità naturale per la siccità che ormai da mesi sta colpendo duramente l'intero territorio regionale e che ha bruciato pascoli e messo in ginocchio le aziende agricole delle zone non servite dai Consorzi irrigui. Lo scopo è ottenere i benefici del Fondo di solidarietà.
E' quanto si apprende dai comunicati stampa ufficiali dell'ente diramati a Cagliari in rapida successione il 14 giugno 2017 e ieri, 15 giugno.
 
"Non è più necessario che tutti i comuni lavorino con particolare impegno per inviare le richieste danni da siccità agli uffici dell'Agenzia per la gestione e l'erogazione degli aiuti in agricoltura della Regione Sardegna . E' infatti intenzione dell'assessorato Agricoltura e riforma pastorale di presentare apposita delibera in Giunta per la richiesta di stato di calamità naturale al Governo, che riguarderà l'intero territorio della Regione Sardegna" ha dichiarato ieri mattina l'assessore dell'Agricoltura della Regione autonoma della Sardegna Pier Luigi Caria. L'operazione serve a non caricare di ulteriori impegni gli uffici dei comuni sardi.
 
"Le strutture dell'assessorato e delle agenzie stanno completando il lavoro di stesura della delibera, frutto dei risultati di monitoraggio condotti negli ultimi mesi sui diversi territori dell'isola" ha aggiunto l'assessore.
 
Nei giorni scorsi erano stati 59 i comuni isolani ed una Unione di comuni che avevano già comunicato all'Argea i danni alle aziende agricole provocati dal protrarsi della siccità.
 
Tali segnalazioni, diverse da territorio a territorio, erano state prodotte a supporto della delibera in fase di elaborazione dagli uffici dell'assessorato dell'Agricoltura per la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale che sarà trasmessa al Governo nazionale una volta approvata dalla Giunta.
 
Da Argea il 14 giugno facevano già sapere che il numero dei comuni sardi interessati dai danni da siccità era in continua crescita e che solo le aziende non servite dalla rete consortile irrigua potevano redigere i report da consegnare alle proprie amministrazioni locali.
 
Buona parte dei comuni che nei giorni precedenti il 14 giugno avevano inviato richiesta per lo stato di calamità sono dislocati nel Centro-Nord della Sardegna.

Le richieste arrivate dai territori della vecchia provincia di Sassari e della Gallura hanno interessato i comuni di Sassari, Ozieri, Muros, Banari, Torralba, Ittireddu, Illorai, Usini, Tula, Esporlatu, Alà dei Sardi, Romana, Telti, Martis, Berchidda, Ossi, Bonorva, Luras, Sorso, Palau, Cargeghe, Olmedo, Bulzi, Chiaramonti, Benetutti.
Anche l'Unione di comuni del Villanova, composta da Mara, Monteleone Rocca Doria, Padria, Romana, Villanova Monteleone, ha trasmesso il report ad Argea.
 
Per la vecchia provincia di Nuoro sono arrivate richieste da Nuoro, Orani, Osidda, Bortigali, Orgosolo, Galtellì, Sarule, Lei, Orune, Borore, Orotelli, Lula, Sorgono, Dualchi e Bitti.

Dall'Oristanese sono state inviate richieste dai comuni di Santu Lussurgiu, Busachi, Riola Sardo, Nughedu Santa Vittoria, Sagama, Magomadas, Sedilo, Gonnosnò, Allai.

Il Sud Sardegna, per ora con pochi territori coinvolti, ha trasmesso i danni dai comuni di Dolianova, Teulada, Seulo, Gesturi, Guamaggiore, Orroli, Gonnosfanadiga, Goni, Villamar, Las Plassas.