Rispetto al comparto agroalimentare nazionale il settore biologico è in controtendenza: se nel 2016 il settore food ha registrato una sostanziale stagnazione rispetto al 2015 (+0,4% di vendite nella Gdo, contrastate da un -0,5% di vendite nei negozi a piccola superficie), il biologico ha invece messo a punto un +20% delle vendite nella Gdo e un +15% di acquisti nei negozi specializzati (dati elaborati da Nomisma su dati Nielsen).
Il numero di famiglie che acquistano prodotti biologici almeno una volta all'anno è in forte aumento: si passa dal 55% del 2013 al 74% del 2016, con un incremento pari a 1,2 milioni di famiglie utilizzatrici di prodotti bio solo nell'ultimo anno. 

Sono questi i principali dati presentati durante il convegno Bioeuropa2017 organizzato dall'Alleanza delle cooperative agroalimentari, in collaborazione con il Consorzio Marche biologiche e svoltosi lo scorso 10 giugno a Isola del Piano (Pesaro Urbino) presso l'antico Monastero di Montebello.

Riguardo ai canali di vendita dei prodotti biologici, che generano un ricavo complessivo di più di 3 miliardi di euro sul mercato interno, la Grande distribuzione organizzata registra la quota nettamente maggioritaria (1.191 milioni di euro, 39% del totale, con un balzo del 20,1% rispetto al 2015). Il secondo canale di distribuzione in termini di ricavi è costituito dai negozi specializzati bio, seguono poi i food services e i negozi tradizionali.
Negli ultimi quattro anni sono aumentati anche i punti vendita e i siti internet destinati alla distribuzione di prodotti biologici: il numero dei siti per l'e-commerce bio è aumentato del 71,3%, i ristoranti del 68,5%, significativo anche l'aumento delle mense (+12%). 

"In un contesto così caratterizzato è molto importante il ruolo svolto dalla cooperazione impegnata nel comparto dell'agricoltura biologica", ha spiegato il presidente del Consorzio Marche biologiche Francesco Torriani.
"Poiché essa rappresenta un modello produttivo rivolto alla produzione di beni alimentari legati al territorio, in grado di generare salute, ambiente, socialità, cultura, in altre parole benessere, in un confronto costante tra la sostenibilità economica propria di un'impresa e la sostenibilità ambientale e sociale".

Andrea Bertoldi, coordinatore del settore biologico dell'Alleanza cooperative, ha sottolineato quanto sia "urgente fare un salto di qualità nell'organizzazione delle filiere, capaci davvero di tener insieme la produzione con la trasformazione e la commercializzazione (dove si intercetta il valore aggiunto) e di erogare i servizi necessari alle aziende agricole che si convertono al biologico.
In tal senso il testo di legge della riforma del settore attualmente in discussione al Senato contiene molti elementi che rafforzano l'organizzazione in filiera del comparto"


Grandi aspettative sulle iniziative che Governo e Parlamento hanno avviato per la strutturazione del settore sono state espresse dal vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati Massimo Fiorio. "In particolare - ha affermato - il disegno di legge sull'agricoltura biologica costituisce un importante passo avanti per la modernizzazione del sistema biologico italiano e auspichiamo che diventi al più presto legge dello Stato".