L'agricoltura toscana è sempre più fatta da donne. Secondo i dati Inps su 29mila coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, più di 11mila sono donne, cioè il 40% del totale.

Così la Coldiretti Toscana ha deciso di celebrare l'imprenditoria agricola femminile istituendo i Pink Oscar, i premi per quelle aziende condotte da donne da più di una generazione o da donne di generazioni diverse.

L'occasione della premiazione è stato il convegno dal titolo Agricoltura femminile plurale che si è tenuto a Firenze venerdì 12 maggio presso la sala riunioni della Coldiretti Toscana.

A consegnare i Pink Oscar, alla presenza dell'assessore regionale Marco Remaschi, ci sono stati Daniela Volpi, dirigente Pari opportunità della Regione Toscana, Annamaria Tossani giornalista di Italia 7, Maria Cristina Rocchi, responsabile Coldiretti donne impresa toscana e ovviamente i vertici dell'associazione, Tulio Marcelli e Antonio De Concilio, rispettivamente, presidente e direttore della Coldiretti Toscana.

Così davanti a un pubblico di agricoltrici sono stati assegnati i riconoscimenti a quattro realtà scelte tra le molte presenti sul territorio regionale.

Hanno ricevuto il Pink Oscar: Marina Cirielli e Mariachiara Milani, madre e figlia, produttrici di olio e vino e ora conduttrici anche di un agriturismo a Torrita di Siena, un'azienda condotta già dalla loro nonna.

Altro Oscar è andato alle sorelle Manuela e Serena Cipriani, di Castel Focognano ad Arezzo, che allevano il Vitellone bianco dell'Italia centrale Igp.

Sempre all'allevamento, ma di vacche da latte si dedica l'azienda di Rita e Sara Negrari, zia e nipote, con annesso agriturismo e caseificio per la produzione di formaggio, ricotte e yogurt e uno spaccio carni, in Lunigiana.

Infine un altro premio è andato ad Angela Sabatino e Stella Dei, madre e figlia, di Lamporecchio, in provincia di Pistoia, che hanno aggiunto alla loro azienda cerealicola foraggera un'interessante attività di educazione ambientale realizzando piante idrofite, un osservatorio faunistico e un museo della civiltà contadina e aderendo al progetto 'Lungo le rotte migratorie' promosso dalla Regione Toscana.

"E' questo uno spaccato della presenza della componente femminile - ha affermato Tulio Marcelli, presidente della Coldiretti Toscana - che spazia in tutti i comparti agricoli, dalle coltivazioni arboree e orticole agli allevamenti, ma soprattutto caratterizza le nuove forme di economia diversificata e multifunzionale che ben si adattano alle vocazionalità della Toscana ed al dinamismo innovativo delle donne".

Infatti, come riconosce Marcelli, sono state proprio le imprenditrici a far volare in Toscana l'agriturismo e ancora oggi fanno la parte del leone nel settore dell'accoglienza agricola, dove nel 2015 la percentuale di aziende condotte da donne ha superato il 50% in alcune province.

Per la Coldiretti servono ora strumenti specifici per promuovere, sostenere e alimentare la multifunzionalità che ancora spesso è frenata da normative troppo rigide che non tengono conto delle caratteristiche, delle peculiarità e delle difficoltà dell'ambiente agricolo.

Tra le priorità in questo senso c'è la modifica della legge regionale sull'agriturismo, come sottolinea Maria Cristina Rocchi, delegata di donne impresa della Toscana, affinché le attività didattiche vengano considerate attività culturali e quindi possano beneficiare dell'azzeramento dell'Iva, come accade già in altre regioni italiane.

Importante per l'associazione di categoria è anche l'ampliamento dell'elenco delle attività che possono essere svolte in agriturismo, comprendendo, tra le stesse, le attività di benessere, sempre con il vincolo dell'impiego di prodotti a base di materie prime toscane, esattamente come per la somministrazione pasti alimenti e bevande.

Altra priorità considerata strategica dalla Coldiretti Toscana è la modifica delle norme sull'agricoltura sociale per rilanciare le attività con misure idonee per l'allestimento e l'organizzazione di servizi sempre più richiesti come agrinidi, agriasili e agricentri per anziani e bambini, che trovano nell'imprenditoria femminile una marcia e una sensibilità in più.