A dirlo è il commissario Ue all'Agricoltura, Phil Hogan, nel corso della prolusione di apertura del 264° anno dell'Accademia dei Georgofili di Firenze, alla presenza del sindaco Dario Nardella, del presidente Giampiero Maracchi, del presidente onorario Franco Scaramuzzi, dei georgofili, giornalisti e addetti del mondo agricolo presenti.
Il 2017 è anche l'occasione del 60° compleanno dell'Europa unita, nei giorni di poco precedenti all'avvio del processo di uscita del Regno Unito dalla Ue. Inevitabili alcune riflessioni. "Sono sicuro - conferma - che sceglieremo il percorso per una maggiore unità". Certo, ma l'Ue "è facilmente compresa? Credo non più. E la responsabilità di costruire un percorso di coesione dobbiamo assumerla in modo più dinamico".
"Il mio ruolo, come commissario europeo per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale, è quello di assicurare che gli agricoltori, i produttori della Toscana e di tutte le regioni d'Italia abbiano i necessari strumenti, supporti politici per continuare a praticare la loro arte, nelle generazioni attuali, in quelle che verranno", dichiara Hogan.
La difesa dell'Europa passa innanzitutto dalla difesa della Pac, che "raggiunge tutte le parti d'Europa, persino le più marginali, sia attraverso gli aiuti diretti agli agricoltori che con una più ampia rete di sostegni erogati dalla nostra politica di sviluppo rurale". E "una Pac ben fondata continuerà a portare benefici a tutta la popolazione europea".
La Politica agricola comune, secondo il commissario europeo, "ha permesso all'Italia nel dopoguerra di uscire dalla fame e di essere oggi leader della produzione".
Una politica che crea e sostiene il lavoro, dal momento che, ricorda Hogan, "è nel cuore di un vivace settore agroalimentare europeo che fornisce 44 milioni di posti di lavoro, facendo dell'Europa il più grande datore di lavoro".
L'agricoltura europea si è adeguata, infatti, ad una crescente domanda da parte della società in termini di ambiente e salute, sia dell'uomo che degli animali.
"Andando incontro in maniera sostenibile all'esigenza di cibo per oltre 9 miliardi di persone sul pianeta nel 2050 - precisa il commissario Ue - essa affronta molte sfide, ma al tempo stesso offre enorme opportunità di business per gli agricoltori e tutta la filiera".
Per gli agricoltori, accanto alle pressioni per rispettare gli elevati standard qualitativi richiesti, si aprono al contempo preziose opportunità. "Con l'indiscutibile qualità dei nostri prodotti, noi siamo i più indicati di chiunque altro a rispondere alla domanda di alimenti del crescente ceto medio mondiale. E questo è particolarmente vero in Italia, dove il vostro impegno per le produzioni di qualità è vecchio come le colline della Toscana".
E dove i prodotti registrati con marchi di qualità sono riconosciuti a 284 cibi, 603 tipi di vino, 37 superalcolici.
Ed è sempre la qualità, secondo Hogan, il volano che ha permesso la crescita delle esportazioni comunitarie, come testimoniato dai numeri. "Il valore annuale dell'export europeo ha raggiunto il record di 131 miliardi di euro nel 2016, l'1,6% in più rispetto al 2015 e il 29% in più rispetto al 2011. Per aiutare i nostri agricoltori e operatori della filiera a trarre benefici da queste opportunità, oltre a dare loro mezzi più forti per affrontare la volatilità del mercato e le oscillazioni dei prezzi, dobbiamo ammodernare e semplificare la politica".
Consultazione pubblica sulla Pac: pochi interventi
La Commissione europea ha recentemente lanciato una pubblica consultazione sul futuro della Pac, che sarà aperta al pubblico fino al prossimo 2 maggio. "Invito gli agricoltori italiani, gli accademici e anche tutti gli abitanti delle zone rurali e delle città a far sentire forte la loro voce", afferma Hogan.
Oltre 27mila sono le risposte pervenute da tutta Europa, che il commissario Ue definisce "estremamente incoraggiante". Dall'Italia, le risposte sono state 1.200. Forse non molte.
"Abbiamo l'opportunità d'oro di portare la Pac a dare il contributo più grande alla politica globale della Commissione su crescita e impiego", la prima politica che è stata alla base dell'Europa, fin dagli accordi di Stresa del 1958.
"La Pac - afferma Hogan nella sua prolusione - è realmente una politica europea e un reale trionfo europeo della cooperazione politica, al di là dei miopi interessi nazionali. Tanto più che ora la Commissione europea ha deciso di semplificare la politica agricola, perché sia al passo coi tempi".