“In questa storia tragica e reale di cui stiamo raccogliendo i pezzi, per cercare di metterli insieme sulla base di un criterio razionale, la parola emergenza è legata indissolubilmente alla parola agricoltura”.
“Le tettoie e i capannoni crollati, gli animali deceduti o feriti sotto queste, il calo della produzione del latte e lo stress dei capi superstiti, l’impossibilità di arrivare alle stalle per foraggiare gli animali e la mancanza di luce, per troppo tempo, nel bel mezzo delle scosse di terremoto, la preoccupazione per gli uliveti e le viti spezzate sotto il peso della neve, per le serre crollate, sono le immagini più forti che mi porto dentro e che vedo ancora vive negli occhi degli agricoltori che sto incontrando in questi giorni”.
“La forza l’ho presa io da loro, dalla loro profonda dignità e concretezza, fatta di voglia di rimboccarsi le maniche e di ripartire. In ogni pagina buia esiste un riflesso di luce che ci rende orgogliosi di far parte di una comunità e ci permette di dare un senso alla nostra esperienza che, nel mio caso, è di massimo rappresentante dell’agricoltura abruzzese”.
“In ogni tavolo istituzionale, sento il peso della responsabilità di quegli sguardi, di quelle strette di mano, di quei 'mi raccomando assessore' per ottenere il massimo degli strumenti necessari da destinare alla rinascita”.
“In ogni pagina buia esiste un riflesso di luce che si chiama senso dello Stato che ho trovato nel corpo dei Carabinieri forestali, nella Protezione civile, nel prezioso lavoro dell’Istituto zooprofilattico, del Parco Gran Sasso Laga, dei veterinari della Asl, dell’Università veterinaria, che hanno lavorato in sinergia nel Centro di emergenza zootecnica e sanitaria, prontamente istituito, nelle organizzazioni professionali agricole che si sono attivate per realizzare centri di raccolta delle granaglie e dei fieni, nella telefonata e nelle visite del ministro Maurizio Martina che mi è stato vicino, oltre il ruolo istituzionale e con una attenzione mai immaginata”.
“In ogni pagina buia esiste un riflesso di luce che si chiama volontariato e solidarietà. Non solo migliaia di quintali di foraggio arrivati da altre regioni d’Italia, dalla Svizzera, dall’Inghilterra ma anche l’iniziativa adotta una stalla crollata, che ha messo in evidenza la disponibilità di quegli allevatori che, avendo ancora capienza nelle stalle, si sono proposti di ospitare gli animali di chi aveva subito danni”.
“Ho sentito l’esigenza di scrivere queste poche righe, oltre i numeri del disastro, oltre i numeri e la quantificazione dei danni, per dire che esiste un Abruzzo forte, radicato in posti impervi e bellissimi, che vuole ripartire nelle stesse zone, che vuole combattere e non arrendersi allo spopolamento e all’abbandono”.
“Questa ferita del centro Italia che si alimenta da questa estate e sembra non voler guarire, sta mettendo in discussione un modello basato su uno sviluppo socio economico che vede come base l’agricoltura e la zootecnia, settori protagonisti e trainanti della ripresa economica che rischiano una involuzione se non si interviene subito con provvedimenti eccezionali e specifici”.
“Ci attendono sfide dure nell’immediato futuro perché c’è la concreta necessità di ripartire da capo. Ripartire da quei riflessi di luce, che mi hanno emozionato in questi giorni, donandomi ancora più forza e determinazione".
Dino Pepe
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Fonte: Regione Abruzzo