L'Italia si conferma il primo fornitore di vino degli Usa.
Con una quota di mercato complessiva del 32,4%, un export che nel periodo gennaio-novembre 2016 ha raggiunto 1,65 miliardi di dollari ed è cresciuto del 5,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, il vino rappresenta la prima voce dell'export agroalimentare italiano e il 4% del totale del made in Italy venduto nel mercato a stelle e strisce.

Questo lo scenario che emerge da "Italian wines and the american palate: trends and opportunities in the U.S. market", la tavola rotonda tenutasi il 6 febbraio 2017 a New York in occasione dell'inaugurazione di Vino 2017.
Presenti, tra gli altri, il presidente dell'agenzia Ice Michele Scannavini, il direttore generale di Veronafiere e Vinitaly Giovanni Mantovani, il console generale diItalia a New York Francesco Genuardi e il ceo di Wine opinions John Gillespie.
 
E dall'Italia c'è chi mette il cappello su questa avanzata del vino italiano negli Usa. Antonello Cracolici, assessore all'Agricoltura della Regione Siciliana, afferma: "Dietro il successo dell'export del vino italiano nel mondo, c'è una forte presenza di made in Sicily".
 
Vino 2017, giunto alla sua sesta edizione è considerato il più grande evento di tasting di vini italiani in America, un appuntamento imperdibile del programma enogastronomico newyorkese, che ha visto quest'anno la partecipazione di 110 espositori nelle due tappe di New York (5-6 febbraio) e Miami (7-8 febbraio).
L'iniziativa è stata realizzata in collaborazione con Vinitaly international e con la International exhibition management (impegnata nella tappa di Miami) ed ha l'obiettivo principale di promuovere la qualità del vino italiano anche grazie a degustazioni e seminari tecnici di alto livello rivolti a giornalisti e influencer Usa.
 
Sebbene i numeri del vino italiano negli Usa siano positivi, esistono ampi margini di miglioramento"Basti pensare che attualmente quasi la metà delle importazioni di vino negli Usa è realizzato da soli cinque Stati (New York, California, Florida, Illinois e Texas) e che gli Stati Uniti sono il più grande mercato al mondo per il consumo di vino" è scritto in una nota dell'agenzia Ice.
A questo si aggiunge il forte interesse per i prodotti di qualità (il segmento oltre i venti dollari per bottiglia cresce di quasi il 12%), i vini rosati, biologici ed i vitigni autoctoni meno noti.
 
"Gli Stati Uniti sono un mercato complesso, con forti differenze interne e ancora molte opportunità inesplorate. L'Italia ha una solida quota di mercato ma prezzi medi nettamente inferiori a quelli della Francia ed una penetrazione ancora limitata negli Stati interni del paese. Per questo motivo il ministero dello Sviluppo economico ha incaricato l'agenzia Ice di studiare e realizzare, già a partire dal 2017, il più grande progetto di promozione del vino italiano mai realizzato negli Usa con un investimento di 20 milioni di euro in tre anni" ha dichiarato Scannavini.
 
Cracolici, nel commentare le notizie diffuse dall'agenzia Ice, ricorda: "Nel 2016 il numero di bottiglie prodotte dalla Doc Sicilia è cresciuto dell'11% rispetto al 2015; un dato che conferma un momento straordinario per i nostri vini che continuano a conquistare nuovi mercati, negli Stati Uniti e nel resto del mondo".

In particolare Cracolici sottolinea: "La Sicilia è la quarta regione vinicola italiana e la prima in Europa per superficie di vigneti biologici. L'incremento di bottiglie prodotte all'interno dei sistemi di qualità certificata testimonia una crescita delle aziende siciliane che scommettono sulla qualità. Una scelta che sta premiando le nostre aziende vitivinicole in termini di fatturato e di presenza sui mercati internazionali".