L’assessore all’agricoltura della Regione Sicilia, Antonello Cracolici, ha firmato il decreto per la nomina della nuova Commissione tecnico-scientifica di valutazione delle richieste di iscrizione al Registro nazionale delle sementi – sezione varietà da conservazione.

L'’obiettivo è rendere iscritte a registro varietale le antiche cultivar di grano dell’Isola, mentre già si pensa alla costruzione di una vera e propria filiera dei grani antichi. La notizia è riportata in una nota dell’assessorato diffusa alla stampa.
 
“Con l’istituzione della nuova Commissione sarà possibile riattivare i processi di iscrizione e certificazione per le varietà autoctone siciliane, in particolare per la valorizzazione dei grani antichi, e dare alle nostre aziende la possibilità di commercializzare i grani siciliani e i prodotti ottenuti dalla loro trasformazione, garantendo il consumatore sulla tracciabilità e le qualità organolettiche" afferma Cracolici nella nota.
 
Secondo il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), organismo responsabile della certificazione delle sementi, nel 2015 su 290.000 ettari seminati a grano duro in Sicilia, le superfici coltivate a grani antichi oscillano dai 3 ai 5 mila ettari.
 
“La filiera dei grani antichi rappresenta una grande occasione di sviluppo per la nostra agricoltura soprattutto nelle aree marginali interne – continua Cracolici - Il grano biologico e i prodotti trasformati di qualità certificata, uniti alla straordinaria forza comunicativa del made in Sicily possono intercettare una domanda crescente nel mondo ed aprire nuovi spazi di mercato. L’iscrizione delle varietà da conservazione al Registro avviene per iniziativa del ministero per le Politiche agricole, delle Regioni o su richiesta di enti pubblici, istituzioni scientifiche, organizzazioni e aziende”.
 
La Sicilia punta allo sviluppo in prospettiva di un mercato per ora di nicchia, ma che appare promettente, visti gli investimenti in atto. E Cracolici ricorda: “Stiamo lavorando per imprimere un’accelerazione alla costruzione di una filiera dei grani antichi, partendo dal patrimonio di varietà conservate presso la Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura di Caltagirone e dai contributi dei centri di ricerca e del mondo scientifico”.