Russo, che ricopriva fino ad oggi l’incarico di sub commissario, succede a Gabriele Papa Pagliardini, che dalla scorsa estate è commissario all’Agea e che si è dimesso recentemente dall'incarico di commissario unico dei quattro consorzi pugliesi
Al nuovo commissario il compito di traghettare i quattro consorzi alla gestione ordinaria entro il 2017, quando, con la nuova legge di riforma dovrebbero essere accorpati in un solo ente. In Puglia i quattro consorzi commissariati da soli hanno accumulato debiti per 233 milioni di euro negli ultimi dieci anni.
Nel Ddl di riforma degli enti di bonifica pugliesi, che è all’esame del consiglio regionale, è prevista la soppressione dei quattro consorzi attualmente commissariati e il loro successivo accorpamento nel Consorzio unico di bonifica Centro-Sud Puglia, che manterrà le funzioni di bonifica e manutenzione dei territori consorziati. Mentre l'attività irrigua passerà ad una nuova agenzia regionale, l'Araia, destinataria anche di alcune funzioni similari scorporate dall'Arif.
Sullo sfondo una situazione pesante, sia per quanto riguarda l’irrigazione che la bonifica.
Irrigare costa molto e in maniera diversa a seconda del luogo in Puglia: un ettaro di uva da tavola a Palagianello, Ginosa o Castellaneta – di competenza del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara – costa 410 euro con l’erogazione ogni otto giorni per otto ore. Mentre per la stessa coltura ci vogliono 1.800 euro a Conversano - da versare all’Arif - per otto ore e per irrigare una volta alla settimana per circa 14 settimane da giugno a metà settembre. Del resto, non è mai stato rinegoziato il costo dell’acqua con la Regione Basilicata e soprattutto con l’Acquedotto Pugliese che paga l’acqua quattro centesimi al metro cubo e la rivende ai consorzi di bonifica, dopo la potabilizzazione, a 80 centesimi al metro cubo.
Nel settore irriguo i Consorzi pugliesi gestiscono una superficie servita da opere di irrigazione di oltre 210mila ettari ai quali l'acqua perviene grazie a 102 invasi e vasche di compenso, 24 impianti di sollevamento delle acque a uso irriguo, 560 chilometri di canali irrigui e circa 10.000 chilometri di condotte tubate.
Per quanto riguarda le bonifiche resta da risolvere il problema del costo elevato del tributo 630, quello che copre la manutenzione ordinaria, contestato dalle organizzazioni agricole.
I consorzi pugliesi provvedono a garantire lo scolo di una superficie di oltre un milione di ettari, gestiscono circa 500 chilometri di argini, devono provvedere a 265 briglie e sbarramenti per laminazione delle piene. I consorzi di bonifica sovraintendono al funzionamento di ben 23 impianti idrovori, alla manutenzione di oltre 1126 chilometri di canali e 9.360 ettari di forestazione.
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Autore: Mimmo Pelagalli