Esiste ancora in Campania una frontiera da esplorare, oltre la quale si può trovare tanta buona terra da coltivare (7mila ettari) dove si potranno insediare, secondo Coldiretti Salerno, fino a 700 imprese agricole modello, irrigue e vocate alle produzioni di qualità. Potendo beneficiare anche di infrastrutture pubbliche di supporto, proprio per quanto riguarda l'irrigazione, e senza contare la facilità di collegamento con la viabilità a scorrimento veloce e flussi turistici ininterrotti da aprile ad ottobre.

Questo piccolo eden non sfruttato si chiama media valle del fiume Alento, è localizzata in provincia di Salerno, dentro quel gioiello di biodiversità e patrimonio dell'Unesco che è il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

Il fiume Alento, 36 chilometri di lunghezza dalle fonti cilentane alla foce tirrenica e 4,67 metri cubi al secondo di portata media, sviluppa un bacino idrografico da 415 chilometri quadrati e viene sbarrato in territorio di Prignano Cilento per scopi irrigui dal Consorzio di bonifica di Velia. Nei pressi della diga si collocano i terreni disponibili.

"L'Alento è la vera alternativa alla Piana del Sele, area strategica per l'agricoltura della provincia di Salerno che ormai è però a rischio saturazione. Con il Consorzio di bonifica Velia, il Parco nazionale del Cilento e i comuni del bacino del fiume Alento, stiamo lavorando ad un progetto sostenibile di sviluppo dell'agricoltura locale e di turismo rurale che assicuri l'insediamento di imprese a conduzione giovanile sugli oltre 7mila ettari disponibili" afferma il presidente di Coldiretti Salerno Vittorio Sangiorgio.

La terra abbandonata, ettari ed ettari di terreno incolto, si snoda in una valle fertile, pianeggiante, a ridosso della diga sul fiume Alento, che capta le acque del fiume.

"Questo territorio dispone di punti di forza che altre aree non hanno, a cominciare dai 7mila ettari attrezzati con impianti a pioggia e acqua irrigua di qualità, che godono di un ottimo clima e di un potenziale enorme, considerando l'aumento di flussi turistici nel Cilento.
Bisogna rendere disponibili questi terreni a giovani che vogliono investire nel comparto agricolo
 - continua Sangiorgio - per stimolare la crescita, l'occupazione e la redditività degli aspiranti imprenditori".

In Campania non mancano gli aspiranti imprenditori agricoli, anche di prima generazione, e pertanto c'è sete di terra: "Ci sono tanti giovani che hanno bisogno di nuova o maggiore superficie agricola per poter sviluppare la propria attività e creare nuovi posti di lavoro. Rendere coltivabili i terreni oggi incolti o abbandonati consentirebbe di sviluppare almeno settecento nuove imprese solo nell'area dell'Alento" conclude Sangiorgio.