Il giorno dopo il voto sull'olio tunisino al Parlamento europeo si registrano le reazioni di parlamentari e organizzazioni. E' una vittoria parziale, quella ottenuta ieri, un sostanziale rinvio ad un nuovo negoziato: una partita però ancora tutta da giocare.

"Dopo il voto di oggi si riapre la partita sull'olio tunisino". Questo ieri il commento di Paolo De Castro a margine dell'approvazione da parte del Parlamento europeo di due emendamenti che modificano la proposta della Commissione Ue sull'incremento del contingente a dazio zero di olio tunisino destinato all'Unione europea. "Il sostegno della plenaria a due dei quattro emendamenti della Commissione Agricoltura, che riguardano l'obbligo di origine del prodotto importato e il divieto di proroga del provvedimento, si traduce automaticamente in uno stop alla proposta iniziale che riporta la discussione in Consiglio europeo per l'avvio dei triloghi.

Per il parlamentare Pd, che siede in Comagri, si tratta di "Un successo importante per i produttori Ue e per gli stessi produttori tunisini che, attraverso Ong e associazioni di rappresentanza, avevano ribadito la necessità di misure di sostegno per la loro economia di natura diversa e distribuite nel medio-lungo periodo. L'esito del voto di oggi non deve essere letto come una mancanza di attenzione alle richieste di un Paese a noi prossimo duramente colpito dal terrorismo, ma come la consapevolezza che non possiamo mettere a rischio il già fragile settore olivicolo europeo senza peraltro essere sicuri dei veri beneficiari delle misure che erano state previste.

"In Commissione Agricoltura abbiamo lavorato per mitigare gli effetti di una decisione sbagliata e oggi portiamo a casa un risultato concreto
- conclude De Castro - da oggi la partita è riaperta e ci auguriamo che si arrivi presto all'identificazione di un piano di supporto davvero efficace, in grado di aiutare la Tunisia senza mettere in difficoltà l'agricoltura europea, in particolare di quella del sud".
 
“La questione pertanto si riapre e i principali Paesi produttori del sud Europa potranno rinegoziare, gli fa eco Nicola Caputo, parlamentare europeo del Pd eletto nella circoscrizione del sud Italia . “La partita si riapre e l'Italia potrà far sentire la propria voce - spiega ancora Caputo che ribadisce - se pure c’è la necessità di assistere l'economia tunisina in un momento di transizione economica, questo non deve avvenire a spese dei produttori di olio d'oliva italiani ed europei. Tra l’altro la proposta della Commissione europea potrebbe non avere alcun significativo effetto positivo sulla situazione economica della Tunisia.  Gli stessi produttori tunisini tramite "Le Forum Tunisien pour les Droits economiques et sociaux" (Ftdes) e "l’Union générale tunisienne du travail" (Ugtt), avevano espresso dubbi. Insomma la proposta della Commissione europea rappresenta solo un grave danno per l’olivicoltura italiana e del sud Europa".

Con l’approvazione di questi emendamenti ora il testo passa al Consiglio europeo. "La partita pertanto si riapre e i principali Paesi produttori del sud Europa potranno rinegoziare la proposta della Commissione - sottolinea ancora Caputo, che ricorda - infatti in attesa di tale decisione è stata rinviata l'altra votazione sull'accordo di libero scambio Ue - Tunisia. Non è messo in discussione il supporto dell'Ue all'economia tunisina ma lo strumento che la Commissione ha deciso di adottare. L'Ue deve in tutti i modi accompagnare il processo di democratizzazione della Tunisia ma a farne le spese non possono essere i nostri prodotti”.

“L’approvazione da parte dell’Europarlamento di due dei quattro emendamenti che impongono l'obbligo di origine del prodotto importato e il divieto di proroga del provvedimento sono certamente da leggere positivamente, soprattutto consentono di guadagnare altro tempo, dato che ora il provvedimento dovrà essere riesaminato dal Consiglio Ue – afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, che aggiunge - ma l’Italia deve continuare a battersi, perché è un enorme errore l’accesso temporaneo supplementare sul mercato europeo di olio d'oliva tunisino a dazio zero, 35mila tonnellate extra per il 2016 e altrettante nel 2017, oltre alle 56.700 attuali, che porta il totale degli arrivi “agevolati” annuale oltre quota 90mila tonnellate, praticamente tutto l’import in Italia dal Paese africano. L’importazione riguarderebbe, tra l’altro, tutti i tipi di olio di oliva tunisino per cui non devono essere rispettati i requisiti ambientali e fitosanitari rigidi cui i prodotti europei devono attenersi, immettendo sul mercato italiano prodotto di discutibile qualità e sicurezza”.
 
Per questo motivo il presidente di Coldiretti Puglia torna a chiedere con forza di dare completa applicazione alle norme già varate con la legge salva olio, la n. 9 del 2013 e di accelerare il percorso del disegno di legge che reca le “nuove norme in materia di reati agroalimentari” elaborato dalla commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, magistrato e presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.