Fra i reati più commessi dai clan ci sono usura, racket estorsivo e abusivismo edilizio, ma anche a furti di attrezzature e mezzi agricoli, abigeato, macellazioni clandestine e danneggiamento delle colture con il taglio di intere piantagioni.
Preoccupante poi l’attività in vasti comparti dell’agroalimentare, dove si va a soffocare l’imprenditoria onesta distruggendo la concorrenza e il libero mercato, oltre a compromettere in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti e danneggiare il valore del marchio made in Italy.
“La costante osservazione critica di tutto ciò che accade nel mondo della produzione e della distribuzione del cibo e le puntuali denunce delle situazioni di irregolarità potrebbero trasmettere l’idea che l’Italia sia irrimediabilmente la culla della corruzione e delle mafie – spiega in una nota Coldiretti - al contrario, le denunce del Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare mettono in risalto come nel nostro Paese queste genere di notizie vengano alla luce poiché esiste un controllo severissimo. La ricchezza delle informazioni sull’argomento dimostra che i nostri cibi sono i più sicuri del mondo perché sempre controllati da autorità diverse ed indipendenti”.
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