Lo dice l'Ismea, che secondo la propria elaborazione, ammette come da gennaio a settembre 2015, la contrazione della spesa per le carni e lattiero caseari sia stata rispettivamente del 5,6% e del 3,2%. Andando nei particolari, la carne bovina arretra in valore di circa il 6%, continuando con il trend negativo del 2014 (-5,8%) registrata nel 2014.
Tengono i consumi per i salumi, all'interno dei quali la flessione di acquisti per salami e wurstel è compensata da un lieve aumento di quelli per il prosciutto crudo. Aumenta invece la spesa per l'acquisto di prodotti ittici (+4,6%), frutta (+3,8%) e ortaggi (+1,6%), anche per l'effetto dei rincari dei prezzi.
Diminuisce la spesa per gli acquisti dei derivati per i cereali (-0,7%), che risente del dato negativo nel segmento merendine e prodotti della prima colazione, ma leggermente compensato dall'incremento degli acquisti di pasta e riso.
L'impennata di olii e grassi (+16,5%) è legata invece al caro prezzi e alla scarsa presenza di promozioni a causa della produzione deficitaria della scorsa annata. Buono infine il trend per bevande alcoliche e analcoliche, che registrano una progressione del 3,8%.