Si tratta di un’approvazione largamente annunciata, sin dal mese di giugno, e rispetto alla quale la Sardegna aveva giocato d’anticipo: ottenendo da Bruxelles la possibilità di emanare bandi “sub condizione” a Psr non ancora definitivamente adottato.
La delibera di giunta, che autorizzava gli uffici dell’assessorato all’Agricoltura a far partire il bando, "sub condizione" nell'annualità 2015, per la presentazione delle domande sulla Misura 13 "Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici", Sottomisure 13.1 e 13.2 del Programma di sviluppo rurale 2014/2020, era stata infatti approvata lo scorso 3 giugno, a fronte di un appostamento di 40 milioni di euro.
Il Psr della Sardegna 2014–2020, che rientra tra quelli in regime competitività, ha avuto in dote dalla Stato Regioni del 16 gennaio 2014 un miliardo e 308 milioni di euro di spesa pubblica e pesa per il 7,03% sul totale dei programmi nazionali dell’Italia.
La compartecipazione del Fondo europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale è al 48%, pari a 628 milioni, la quota dello Stato è fissata al 36,4% (476 milioni e 250mila euro), mentre la Regione Sardegna dovrà accordare un cofinanziamento complessivo nei sei anni di programmazione di 204milioni e 111mila euro, pari al 15,60% del programma.
La Sardegna punta innanzitutto sulla Priorità 4 dell’Unione per i Psr 2014 - 2020: “Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall'agricoltura e dalle foreste”. Sotto questa Priorità – sulla quale investe complessivamente quasi 492 milioni di euro, paria al 37,6% del programma - la Sardegna ha implementato ben tre Focus Area: migliore gestione del suolo, migliore gestione delle risorse idriche e salvaguardia e ripristino della biodiversità, tra l'altro nelle zone Natura 2000 e nelle zone agricole di alto pregio naturale, nonché dell'assetto paesaggistico dell'Europa.
Gli obiettivi che la Sardegna si pone per gli interventi nei confronti delle aziende agricole, pari a 484,7 milioni di euro, sono i seguenti: portare al 16,47% i terreni gestiti con contratti di salvaguardia della biodiversità e del paesaggio; mentre dovranno essere almeno il 14,61% i terreni gestiti con contratti che prevedano il miglioramento della gestione delle risorse idriche. Infine dovranno essere oltre il 19% i terreni agricoli oggetto di contratti volti a migliorare la gestione del suolo e/o a prevenire l'erosione del suolo.
Rilevante la Priorità 3 “Promuovere l'organizzazione della filiera agroalimentare e la gestione dei rischi nel settore agricolo”. Qui la Sardegna punta ad investire complessivamente 328 milioni e 106mila euro, oltre il 25% del programma. Per innalzare il tasso di partecipazione delle aziende ai sistemi di qualità, ai consorzi di filiera e alle Organizzazioni di produttori fino al 2% e per portare al 18,02% il tasso di partecipazione delle aziende allevatoriali ai programmi per il benessere animale.
In questo caso le Focus Area sviluppate sono due: migliore integrazione dei produttori primari nella filiera agroalimentare attraverso i regimi di qualità, la promozione dei prodotti nei mercati locali, le filiere corte, le associazioni di produttori e le organizzazioni interprofessionali ed il sostegno alla gestione dei rischi aziendali, sulla quale sono appostati circa 16 milioni di euro.
Sottotono la Priorità 2 “Potenziare la competitività dell'agricoltura in tutte le sue forme e la redditività delle aziende agricole”. Qui la Sardegna apposta risorse complessive per 259 milioni di euro, il 19,18% dell’intero programma. Si pone l’obiettivo di portare al 3,08% la quota di imprese agricole che fruiscono del Psr per le ristrutturazioni aziendali (158 milioni di fondi stanziati) e di innalzare all’1,84% la percentuale di aziende agricole che attuano un piano di sviluppo/investimenti per i giovani agricoltori con il sostegno del Psr 100 milioni di dote.