La Seconda Conferenza Internazionale sui sistemi di produzione del riso biologico, in programma dall'1 al 4 settembre in Lomellina, in provincia di Pavia, sarà un appuntamento fondamentale per il mondo della ricerca nel settore biologico, in particolare nella risicoltura. Un vero e proprio centro di scambio culturale e scientifico, fondamentale per le imprese del settore.

Infatti, dal punto di vista aziendale, all'interno del Comitato Organizzatore è presente anche Lucio Cavazzoni, presidente del gruppo Alce Nero, marchio storico dell'agricoltura biologica italiana, inoltre sponsor della conferenza. Abbiamo contattato telefonicamente Lucio Cavazzoni per capire l'importanza di eventi di questo tipo per le imprese del settore.

Il biologico sta crescendo sempre di più sia nei paesi poveri e in via di sviluppo che nei paesi ricchi – spiega il presidente di Alce Nero – Stiamo vivendo un periodo molto importante con tanti cambiamenti, e fra questi inizia a crescere la consapevolezza del ciò che si mangia. Diventa sempre più importante mangiare sano, conoscendo il più possibile quello che si mangia. Per quanto riguarda l'Italia, il biologico sta crescendo a due cifre, tanto che ormai il nostro paese è diventato un importante paese di riferimento per l'export di produzioni biologiche, richieste in tutte il mondo”.

Focalizzando l'attenzione sul riso biologico – continua Cavazzoni – il discorso è un po' più complesso perchè questa coltura rappresenta una battaglia di eticità davvero importante per tutto il settore. La coltura del riso biologico è una delle produzioni biologiche più difficile. Occorre fare particolare attenzione alla tecniche e alle competenze da mettere in campo per giungere a un prodotto di qualità”.

Ecco perchè appuntamenti come la Conferenza Internazionale sul riso biologico sono così importanti per le aziende – rilancia Cavazzoni – è necessaria una continua attenzione verso la ricerca scientifica per migliorare sempre di più i sistemi di produzione. Noi come Alce Nero, per esempio, disponiamo di un centro di ricerche interno, e inoltre ci avvaliamo di collaborazioni con l'Università di Bologna, per il settore cereali, oltre che con le università di Torino e Milano”.

Infine, uno sguardo alle prospettive future. “Il biologico può essere davvero un asset strategico per la nostra agricoltura – conclude Cavazzoni - le prospettive sui mercati per il futuro sono molto positive, la carta vincente sta nella sinergia fra le aziende, l'università e la ricerca per rafforzare sempre di più il settore”.  

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