“L'Italia è tra i paesi europei che hanno la più solida tradizione nel sostegno pubblico alla gestione del rischio – ha ricordato durante il convegno il presidente di Ismea Ezio Castiglione – oggi grazie agli incentivi dello Stato sono circa 85mila le imprese che sottoscrivono annualmente una polizza assicurativa, con un'incidenza complessiva sulla produzione agricola nazionale del 15% e un valore assicurato nel 2014 di circa 8 miliardi di euro. Detto questo, l'attuale sistema di risk management non è esente da alcun e importanti criticità, prima fra tutte l'elevata concentrazione territoriale dell'intervento, settoriale e dimensionale”.
Criticità affrontate nella nuova strategia nazionale per la gestione del rischio disegnata sulla base del kit di strumenti messi in campo a disposione da Bruxelles.
“La novità più grande è costituita dalla misura dell'Ist, ovvero lo strumento di stabilizzazione del reddito – spiega il direttore generale di Ismea Raffaele Borriello – utile a supportare, attraverso la formula dei fondi di mutualizzazione, la gestione del rischio di reddito da parte delle imprese agricole. Obiettivo dello strumento è fornire appunto agli agricoltori una protezione dalle perdite di reddito; una copertura più ampia di quelle tradizionali, che tiene quindi in conto tutti i fenomeni che possono impattare sui fatturati dell'azienda, compri i rischi connessi all'andamento del mercato. L'Ist rappresenta un'innovazione sostanziale nell'offerta europea di politiche a sostegno della stabilità dei redditi agricoli, di rilevanza strategica nell'attuale scenario caratterizzato da una maggiore e più frequente esposizione dell'agricoltura a stati di crisi”.
Il ministro Martina ha ribadito l'importanza fondamentale della protezione dei redditi agricoli.
“La tutela del reddito è una priorità assoluta – ha spiegato – fino al 2020 abbiamo deciso di investire oltre 1,6 miliardi di euro per sviluppare gli strumenti assicurativi e migliorare nella gestione dei rischi. Il nostro obiettivo è aumentare le aziende agricole assicurate a diffondere meglio questa protezione sul territorio nazionale, lavorando anche al sud per far conoscere meglio le opportunità di salvaguardia. In Europa ribadiremo la necessità di avere più strumenti per contrastare le crisi, perchè l'embargo russo ci dimostra come l'Ue non sia ancora adeguatamente attrezzata per rispondere alle esigenze delle imprese”.
Arriva invece una nota critica da Agrinsieme, che ha definito “inaccettabile” la mancanza di un piano di sviluppo nazionale approvato da Bruxelles in ottica campagna assicurativa 2015. “Bisogna guardare alle coperture assicurativa sulle coltivazioni agricole che mettono al riparo dai danni delle avversità atmosferiche, in modo nuovo e più aderente alla realtà produttiva – ha affermato Mario Guidi – il modello non è più quello generico di stipulare polizze, pagare i relativi premi e riscuotere gli indennizzi, quanto piuttosto quello di garantire una gestione razionale e integrata di tutti i rischi dell'azienda, intesa come centro di produzione e di reddito. Abbiamo accolto in maniera positiva lo sforzo del Mipaaf di inserire misure d'aiuto sui premi assicurativi in un contesto europeo, e in particolare, di prevedere per l'anno in corsa, la gestione dei rischi in agricoltura nell'ambito dello sviluppo rurale. Di inaccettabile c'è che la Commissione Europea, a fine giugno, non abbia ancora approvato il Piano di sviluppo nazionale sulla gestione dei rischi”.
“Fra l'altro – ha continuato Guidi – per questa campagna assicurativa è stato applicato un sistema di regole basato su un meccanismo nuovo, che, non era ancora stato messo a punto. L'effetto è stato quello di mettere in estrema difficoltà gli agricoltori che si erano assicurati, ma anche i Caa e i Consorzi di difesa, che oggi devono adattare quanto già stipulato con le compagnie di assicurazioni alle nuove regole che solo pochi giorni fa sono state rese note. Probabilmente, se si fosse seguito il suggerimento di Agrinsieme di rinviare al prossimo anno le nuove procedure, non ci sarebbero state le attuali difficoltà”.