Per quanto riguarda la frutta, il mercato delle mele conferma il buon andamento all’estero, grazie soprattutto alla richiesta tedesca e dell’Est Europa, mentre internamente risente di un’offerta ancora piuttosto pressante. Le ultime disponibilità di pere invernali mostrano un andamento fluido degli scambi sia oltreconfine che sul circuito interno, anche se all’estero le contrattazioni iniziano a risentire dei primi arrivi di prodotto australe. In ripresa, sul piano dei volumi di scambio, anche il mercato del kiwi, con le fragole che confermano invece il graduale ma fisiologico calo dei prezzi, comunque decisamente più remunerativi rispetto all’anno scorso.
Nel comparto zootecnico, sia le materie grasse che le polveri, per quanto concerne i lattiero-caseari, stanno accusando sui circuiti internazionali alcuni cedimenti, mentre i formaggi mostrano un andamento stazionario che dovrebbe proseguire anche questa settimana. In generale, oltre a un rallentamento della domanda cinese, il mercato sembra condizionato da una produzione ancora in crescita in Nuova Zelanda (nonostante i timori da siccità) e sostenuta anche in Usa e nell’Unione europea. Prezzi in flessione per il burro sui mercati italiani, in un contesto invece senza novità di sorta per i formaggi grana.
Per le carni, il quadro generale sembra orientato ad un indebolimento delle contrattazioni e dei prezzi. Le attese, per quanto attiene ai consumi, sono positive solo per gli avicoli. Resta invece piuttosto ingessato il mercato dei suini da macello, mentre prosegue la stagionale ripresa dei suinetti da ristallo. Nel comparto bovino la crescente interferenza delle carni di importazione, soprattutto polacche, rende piuttosto incerti gli sviluppi di un settore che continua ad accusare il calo delle macellazioni; la prospettiva per questa settimana è di una stabilizzazione dei prezzi o di una lieve tendenza al ribasso.
Per gli oli di oliva, il mese di aprile sarà probabilmente caratterizzato dalla ricerca di un nuovo equilibrio di mercato, che non sembra prendere al momento una direzione precisa. Resta il pesante dato produttivo spagnolo (oltre a quello italiano), con le stime di Madrid che confermano un dimezzamento della produzione e una flessione di oltre il 30% delle scorte. Nessuna novità sul mercato greco, dove la festività della pasqua ortodossa ha sospeso le contrattazioni.
Per i vini, il livello delle quotazioni medie resta sostanzialmente stabile e non si prevedono variazioni significative nei prossimi giorni. Nella settimana pasquale, a causa delle avverse condizioni atmosferiche, si è registrato un rallentamento della ripresa vegetativa nei vigneti.
Sui mercati floricoli gli sviluppi climatici più recenti hanno tenuto a freno la produzione nazionale durante le festività pasquali. L’offerta, pur in presenza di merce estera, è apparsa pertanto non eccedentaria rispetto a una richiesta comunque ricettiva, ma il mercato, già in flessione la scorsa settimana, dovrebbe assumere un tono ancora più dimesso nei prossimi giorni. Faranno eccezione solo alcune specie, in particolare le calle attualmente disponibili in quantità molto limitate.
Infine, sul mercato dei cereali, i prezzi mantengono un trend negativo per il grano duro in previsione di raccolti più abbondanti. Le stime dell’International grains council indicano al momento una crescita dell’11% della produzione mondiale, con più di 36 milioni di tonnellate attese con la nuova campagna. Stabili i prezzi per frumento tenero e riso, con quotazioni invariate anche per il granoturco dopo i recenti aumenti. L’avvio delle semine al Nord Est sembra confermare la previsione di una riduzione delle superfici a mais a vantaggio della soia, prodotto che questa settimana, sia per la granella che per le farine, ha registrato alcuni ribassi legati alle dinamiche internazionali.
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Fonte: Ismea