Ridurre l'oppressione della burocrazia sulle attività delle aziende agricole, sottoposte a decine di controlli identici da parte di diverse branche della pubblica amministrazione. Se ne parla da anni senza giungere a nessun miglioramento. Eppure la soluzione sembra a portata di mano. Sarebbe sufficiente che un'accertamento della Usl, per fare un esempio, abbia valore anche per i servizi ambientali o per la certificazione di prodotto. Sembra il classico uovo di Colombo, ma nella realtà è tutt'altro che semplice. Il dialogo fra diverse amministrazioni si scontra con molte resistenze e con non pochi problemi tecnici, che però la digitalizzazione delle informazioni può aiutare a risolvere. Una sfida raccolta dall'Emilia Romagna che già nel 2011 ha lanciato un progetto per risolvere questi problemi. Ora quel progetto è realtà e si chiama Ruc, acronimo di Registro unico dei controlli, un'esperienza al momento unica in Italia, i cui contenuti sono stati presentati a Bologna dall'uscente assessore regionale all'Agricoltura, Tiberio Rabboni, ad un incontro al quale ha partecipato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina. Una presenza motivata fra l'altro dall'essere il Ruc esempio e strumento di un progetto pilota dello stesso ministero e inserito in "Campo Libero", il piano di rilancio del settore agroalimentare predisposto dal Governo.

Il Ruc
Operativo da agosto, il Ruc ha il suo punto di forza nella raccolta dei dati delle strutture pubbliche e nella loro organizzazione in una banca dati accessibile alle singole amministrazioni e anche agli agricoltori sottoposti agli accertamenti. Chiave di volta del progetto è la validazione trasversale degli accertamenti. Un controllo della Usl, per tornare al nostro esempio, ha valore per i servizi ambientali come per quelli fitosanitari. Così, prima di procedere con un accertamento, si dovrà controllare se quella stessa verifica e già stata effettuata da altri, evitando in questo modo inutili e dispendiose duplicazioni. Ogni controllo inserito nel Ruc ha una data di scadenza, stabilita in 180 giorni, validità che ha valore sia per chi ha fatto il controllo sia per gli altri “uffici" che a quel controllo sono interessati.

Una “montagna” di dati
I vantaggi sono duplici. Al primo posto una semplificazione della burocrazia per le aziende agricole, che dovranno perdere meno tempo, ma analogamente ci saranno risparmi di tempo, di personale e di impegno economico, da parte delle amministrazioni coinvolte. Ad oggi nella banca dati del Ruc sono presenti i dati di 51 mila controlli eseguiti da 55 enti diversi, il che dà una misura dell'enorme mole di accertamenti e controlli che la “macchina pubblica” effettua nei confronti delle aziende agroalimentari. Il progetto Ruc, ha sottolineato Rabboni, è solo uno dei tasselli, seppure di grande importanza, nel processo di semplificazione avviato in Regione. Qui è già operativa la possibilità di presentare on line le domande di contributo usufruendo del servizio di firma digitale. A breve sarà poi completata la digitalizzazione dell'anagrafe delle aziende agricole ed è in fase di attivazione la procedura del silenzio assenso nel comparto vitivinicolo.

 


Affollata la sala convegni della Regione Emilia Romagna per la presentazione del Ruc, il Registro unico dei controlli
 


Pronti per il Ruc nazionale
L'esperienza del Ruc, ha detto il ministro Martina, è una tappa fondamentale del processo di semplificazione che a livello nazionale trova risposta nel provvedimento battezzato “Campo Libero”. Tradurre in fatti concreti idee e progetti dei quali si parla da tempo è anche un modo per recuperare almeno parte la frattura di consenso e di credibilità fra pubblica amministrazione e imprese. Ed entro fine settembre, ha aggiunto il ministro, sarà depositato presso il ministero dell'Interno il decreto applicativo del Registro unico dei controlli ispettivi a livello nazionale. L'iter legislativo si completerà entro quest'anno in modo da rendere il 2015 l'anno dove il registro nazionale potrà andare a regime. Pilastro di questo registro sarà il Ruc che la regione Emilia Romagna è già in grado di applicare. Il tutto avendo come obiettivo non certo la riduzione dei controlli e della loro qualità. Semmai il contrario, perché alla semplificazione fa riscontro una maggiore efficienza dei controlli stessi e una ottimizzazione delle risorse che a questi controlli sono dedicate.

Commenti positivi
Soddisfazione per l'avvio del Ruc è stata espressa dalle organizzazioni agricole, tutte in prima fila, pur nelle inevitabili differenze, nel lamentare l'opprimente morsa della burocrazia sulle aziende agricole. Per Gugliemo Garagnani, intervenuto all'incontro nella sua veste di presidente di Agrinsieme Emilia Romagna, si tratta di un buon inizio per giungere ad una reale semplificazione e in particolare ad un efficace collegamento del sistema regionale con il costituendo Ruc nazionale. Posizione non dissimile quella espressa da Mauro Tonello come presidente regionale di Coldiretti, che però ha ricordato come i tanti controlli siano un valore aggiunto che non si riesce a valorizzare se poi i prodotti non possono essere riconoscibili una volta giunti sul mercato. L'importanza di una semplificazione è stata testimoniata infine da Maurizio Torreggiani che nella sua veste di presidente regionale dell'Unione delle Camere di Commercio ha portato l'esempio positivo del Registro unico delle imprese. Ma qui, come altrove, è ancora molta la strada da percorrere. E la regione Emilia Romagna, intanto, sembra aver già imboccato la direzione giusta.