Alla manifestazione, che è iniziata alle 10, partecipa anche una delegazione di Confagricoltura Verona, guidata dal presidente della sezione frutticoltori Andrea Foroni, che coltiva pesche e nettarine nel suo terreno agricolo a Villafranca.
"Andiamo a Roma per dire ai politici che non vogliamo la carità, ma una equa remunerazione del prodotto – spiega Foroni - Quella di quest'anno è stata una stagione tremenda. Prima c'è stato il caldo eccessivo, che ha causato un anticipo della maturazione dei frutti e quindi la sovrapposizione con la produzione di altri Paesi come la Spagna. Poi sono arrivati il maltempo e la grandine, che hanno danneggiato le pesche. In questo contesto il colpo da ko lo ha assestato la grande distribuzione, acquistando i prodotti spagnoli lavorati e confezionati a 70 centesimi al chilo. Il risultato è che noi siamo costretti a svendere le nostre pesche e nettarine all'Est europeo a 15 centesimi al chilo e la frutta non di prima qualità a 2 centesimi al chilo all'industria".
Molti gli agricoltori che stanno lasciando le pesche sugli alberi, a fronte di costi di raccolta che si aggirano sui 10 centesimi al chilo e sono quindi di gran lunga superiore ai ricavi. Ora la speranza è negli aiuti attesi dall'Unione europea, che tuttavia saranno solo un palliativo a fronte di perdite notevoli.
"Ai politici chiediamo che si tenga conto dell'agricoltura, perché andando avanti così si rischia di affossare non solo chi produce, ma anche tutto il sistema che ruota attorno - spiega Foroni - Bisogna cambiare rotta, sia quando si vanno a fare accordi commerciali con altri Paesi, sia nelle regole che riguardano la grande distribuzione. Siamo l'unico settore in cui quando si va ad acquistare i mezzi di produzione, come i concimi e gli antipararassitari, il prezzo lo fa chi lo vende mentre, quando noi vendiamo, il prezzo lo fa chi lo acquista. Serve un impegno del governo nei nostri confronti".
Nel frattempo la stagione si sta chiudendo con un bilancio pesante per i produttori delle zone classiche della pesca: Pescantina, Villafranca, Bussolengo e Sommacampagna.
"Molti agricoltori sono scoraggiati e stanno abbandonando la coltura della pesca, che nel veronese ha una lunga tradizione – riferisce Foroni - Serve un cambio culturale a livello alimentare. La frutta è diventata un prodotto marginale, sia a casa che nei ristoranti. Bisognerebbe fare campagne di promozione, come quella che ha fatto quest'anno Ortofrutta Italia. Peccato sia partita a metà luglio, quando ormai il danno era stato fatto".
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Fonte: Confagricoltura Verona