Il territorio dell'Emilia-Romagna è ricco di varietà frutticole antiche, che, con il passare del tempo, vengono coltivate sempre meno in quanto hanno perso una valenza commerciale su larga scala: è quindi reale il rischio di estinzione di queste cultivar, che, seppur marginali sul mercato, rivestono un’importanza a livello di agrobiodiversità. Per questo la Regione Emilia Romagna, con un’apposita disposizione legislativa ha previsto l’attivazione di progetti di tutela e salvaguardia di tali varietà, che sono un patrimonio importante dal punto di vista qualitativo, oltre ad essere “protagoniste” di manifestazioni e sagre locali, finalizzate al loro rilancio in segmenti di mercato di nicchia, che, seppur in misura contenuta, manifestano interesse per produzioni del genere. Numerose sono le cultivar interessate al progetto: nella zona di Parma, sede dell’incontro tecnico, fra le altre sono da citare Mela Verdone, Susina Zucchella, Pera Gnocco e Ingurien e Ciliegia Grossa di Neviano. Il convegno è stato l’occasione per fare il punto su questi aspetti, con particolare riferimento al progetto regionale e alle cultivar autoctone dell’area parmense.
Dopo l’introduzione di Francesco Perri (Regione Emilia Romagna), sono state presentate le relazioni di Marisa Fontana e Claudio Buscaroli (Crpv), Antonia Cavalieri (Vivaio Scodogna), Mauro Carboni (Equa srl) e Enzo Melegari (Itas Bocchialini).
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Fonte: Crpv