Le importazioni a dazio zero, le opportunità della nuova Pac, la promozione del prodotto, l’integrazione di filiera e il fardello della burocrazia, sono tra le principali tematiche trattate da Giovanni Daghetta, responsabile nazionale riso della Confederazione italiana agricoltori e presidente di Cia Lombardia, nel convegno sul futuro della risicoltura tenutosi ieri a Castello Agogna (Pv). L’evento, organizzato dall’Ente nazionale risi, ha visto la partecipazione anche di altri rappresentanti delle organizzazioni agricole, oltre che dell’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Claudio Sacchetto, del capo dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Blasi, del presidente dell’Airi, Mario Preve.

La concessione fatta nel 2008 ai Paesi meno abbienti (Pma) di esportare prodotti a dazio zero sta mettendo seriamente in difficoltà i risicoltori italiani”, ha affermato Daghetta. “Questa decisione era stata immediatamente contestata in sede comunitaria, ma l’Unione europea non ne ha tenuto conto. Per questo insieme alla Airi (Associazione industrie risiere italiane) e l’Ente Risi stiamo preparando un dossier da presentare al ministero perché venga applicata la clausola di salvaguardia”. Il dossier dimostrerà i danneggiamenti che questa situazione sta provocando alla risicoltura italiana. Danneggiamenti che si riflettono sui redditi, fortemente compressi. Nel 2008 i Pma avevano una produzione di riso di 5mila tonnellate, l'anno scorso la stessa è cresciuta fino a toccare quota 200mila tonnellate. E le proiezioni per la campagna in corso parlano di 300mila tonnellate di riso prodotte da questi Stati, tra cui spicca la Cambogia.

Rispetto alla nuova Pac, ha proseguito Daghetta, “non possiamo rinunciare a nulla di quanto ci è stato dato fino ad oggi. Chiederemo che una parte dei soldi che vengono spesi per gli aiuti diretti vadano al riso. È inoltre opportuno che nei Psr si studino misure ad hoc per il riso, uguali per tutte le regioni”. Non è invece una soluzione, secondo il presidente di Cia Lombardia, quella di produrre meno riso, considerando che la produzione di alcuni Stati esteri supera largamente il consumo totale di riso nell’Ue.

La necessità di una normativa europea per la promozione del prodotto, una legge sul mercato interno che dia la possibilità di valorizzare le varietà storiche di riso e l’integrazione di filiera sono gli altri argomenti trattati da Daghetta. Il presidente di Cia Lombardia ha poi concluso con un richiamo al problema della burocrazia, soprattutto in merito alla questione della superficie reale coltivata. L’assessore e il rappresentate del ministero presenti hanno ribadito il loro impegno su questo versante, condividendo anche la necessità di studiare misure ad hoc per il riso, uguali per tutte le regioni, nei prossimi Piani di sviluppo rurale.