“Le bizze del clima hanno colpito duro sulle campagne italiane, provocando un calo medio della Plv agricola superiore al 10 per cento -sottolinea Politi-. Prima il freddo prolungato e la primavera quasi inesistente hanno compromesso il calendario agricolo in mesi decisivi per il settore, poi le frequenti tempeste estive con nubifragi e allagamenti nei campi hanno causato danni ai produttori per milioni di euro”. E non bastano le difficoltà dovute al maltempo. “L’agricoltura sconta le conseguenze della crisi con i consumi interni sottoterra -ricorda il presidente della Cia- e combatte anche con i problemi atavici del comparto, dai costi produttivi alti ai prezzi all’origine non ancora remunerativi, che hanno costretto già 13 mila aziende a chiudere i battenti nell’anno in corso”.
Politi spiega che nonostante tutto il settore primario continua a dimostrarsi vitale, garantendo in questa fase negativa sia lavoro che prodotti di qualità. Tra luglio e settembre, infatti, in controtendenza rispetto all’andamento generale (-2,3 per cento), l’agricoltura “tiene” sotto il profilo occupazionale, segnando una crescita record al Nord (+5,9 per cento). E in una fase di crisi nera per i consumi alimentari (-4 per cento in valore), riesce a trainare l’export 'made in Italy' incrementando le vendite oltre confine di cibo e bevande del 6 per cento da inizio anno. “Per questo motivo bisogna continuare ad avere fiducia nell’agricoltura e a investire sul serio nel settore -conclude il presidente della Cia- che può rappresentare un volano fondamentale per la ripresa dell’economia e di tutto il Paese”.
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Fonte: Cia