“E' una visione particolare del prestito in agricoltura – spiega Piazza – che non ha alcun senso dal punto di vista tecnico. Ne deriva uno scollegamento normativo rispetto al quadro generale d’azione sul credito promosso efficacemente dalla Regione ma per gli altri settori. Forse nell’immaginario della Giunta – continua - all’imprenditore agricolo piace solo la cambiale agraria con la quale poteva acquistare negli anni ’60 i concimi, gasolio e altri mezzi tecnici per l’annata. Visione che mal si concilia con un comparto moderno che nel 2012 ha visto crescere l’export agroalimentare dell’8% per un valore pari a quasi 5 miliardi di euro”.
Il supporto agli investimenti passa necessariamente attraverso un’analisi delle possibilità di successo dell’iniziativa economica, valutando in modo chiaro ed efficace anche gli aspetti finanziari connessi con il ricorso al credito, in modo da non generare casi di sofferenza finanziaria. “In questo senso – conclude Piazza - è fondamentale il ricorso alla consulenza da parte dei confidi operanti in agricoltura. Invece, nonostante le continue sollecitazioni esercitate, non si valorizza in alcun modo il ruolo di queste società operanti nel comparto, che fungono da garanti”. Il numero uno di Coldiretti Veneto ha poi sottolineato che occorre ripensare ad una strategia che metta anche per il settore agricolo in questo quadro, integrando gli strumenti e assicurando un’unica regia per tutto il sistema economico.
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Fonte: Coldiretti Veneto