“I dati presentati ieri dal Corpo Forestale alla Commissione Agricoltura non sono stati correttamente interpretati - dice Silvano Dalla Libera, vice presidente di Futuragra -. La contaminazione del 10% di cui hanno parlato alcuni parlamentari è stata infatti riscontrata solo sulla bordatura di mais isogenico, seminato a fianco del mais Ogm proprio per evitare qualsiasi tipo di commistione dei campi vicini. Ci troviamo quindi davanti a una strumentalizzazione operata da quelle istituzioni che non sanno più come opporsi all’innovazione in agricoltura”.
“Non c’è dunque alcun rischio per i campi limitrofi - ha proseguito Dalla Libera -. Se così non fosse, come ha specificato lo stesso Corpo Forestale, sarei andato incontro a provvedimenti amministrativi e penali, di cui non ho mai ricevuto alcuna comunicazione. Il campo di Vivaro è la dimostrazione che, rispettando le buone pratiche agricole e seguendo le semplici regole indicate dalle aziende sementiere produttrici, è possibile produrre senza alcun problema prodotti geneticamente migliorati, ibridi e produzioni autoctone”.
“Chi parla di disastro ambientale deve sapere che il mais Mon810 non può essere messo in discussione né dal punto di vista sanitario né da quello ambientale. Futuragra difenderà questo principio in qualsiasi sede legale - ha concluso Dalla Libera -. Se qualcuno vuole che l’Italia non abbia acceso ai prodotti geneticamente migliorati, si dimostri coerente fino in fondo e chieda di bloccare tutte le importazioni e di uscire dall’Unione europea”.
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Fonte: Futuragra