Prima qualcuno ha tentato di chiedersi se il pomodoro sia di destra o di sinistra. Adesso c'è addirittura la distinzione ‘etnica’ fra pomodori: mi sembra che il buon senso sia messo in secondo piano rispetto alla gravità dei problemi del Paese. Sconcerta, tuttavia, che un'azienda primaria come Pomì abbia sentito la necessità di specificare non solo che il suo pomodoro è italiano, ma che proviene da determinate Regioni, quelle settentrionali. Il made in Italy è unico e indivisibile e se qualcuno pensa di andare sui mercati internazionali con un'identità di provincia appartiene a un mondo che non esiste più".
Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, intervenuta a seguito delle polemiche sollevate dalla campagna pubblicitaria.

Il ministro ha ricordato che i prodotti italiani tutti sono sicuramente i più controllati, come conferma la notizia di Unioncamere e Fondazione Symbola che le produzioni agricole del nostro Paese hanno residui chimici 5 volte inferiori alla media europea.

"L’emergenza della terra dei fuochi, per la quale tutto il governo e le amministrazioni locali si sono finalmente mobilitate, non può essere in alcun modo strumentalizzata. Dopo anni di indifferenza lo Stato si sta occupando con rigore della questione" ha ricordato De Girolamo.
"Forse Pomì non s'è resa conto del gravissimo danno arrecato a migliaia di produttori onesti che tra mille difficoltà lottano ogni giorno per garantire un prodotto sano e d'eccellenza. Scusarsi con i lavoratori prima e con i consumatori dopo non solo sarebbe consigliabile, ma anche doveroso”.