Il tema degli Ogm tiene ancora banco e divide il campo, è il caso di dirlo, tra favorevoli e contrari, guelfi e ghibellini, fazioni che li vedono come una soluzione per molti problemi – non ultimo l’esigenza di aumentare la produzione di cibo di qui al 2050 del 70%, in presenza più o meno costante di superfici coltivabili – e altri che li considerano pericolosi per la salute umana e contrari alla tipicità soprattutto del made in Italy.
In mezzo ci è finito l’Expo di Milano, il grande evento che nel 2015 accenderà i riflettori del mondo sul claim “Nutrire il pianeta – Energia per la vita”, ovviamente con l’auspicio che allo slogan seguano contenuti e proposte concrete.

Un articolo apparso sul Domenicale del Sole 24 Ore a firma del bioetico Gilberto Corbellini ha riacceso il dibattito, infiammando gli animi e dando voce – questa volta sul Corriere della Sera – a due voci contrarie. Umberto Veronesi, luminare della medicina, e Oscar Farinetti, altrettanto noto patron di Eataly, una delle bandiere cioè in grado di promuovere il made in Italy agroalimentare.
Favorevole alle colture geneticamente modificate Veronesi.
“La lotta alla genetica in agricoltura è antistorica”, afferma il medico. Fermamente contrario Farinetti. “Eataly è contro gli ogm per motivi etici”.
Corbellini, l’autore dell’articolo che ha provocato un ritorno di fiamma sul tema, chiede che l’Expo non sia ostaggio della fazione anti-Ogm, per non perdere opportunità di natura commerciale e per non finire ostaggio di chi dice no al progresso. Posizione netta. Chiarissima.

AgroNotizie ha chiesto un intervento al presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, che sul tema chiede libertà di espressione. La posizione di Confagri è ampiamente nota e a sostegno delle colture geneticamente modificate. Senza abusi, ma allo stesso tempo senza preclusioni pregiudiziali.
Di qui il commento di Guidi.
“Le notizie riportate sull’impostazione che verrebbe data all’evento lasciano perplessa Confagricoltura, proprio nel momento in cui sta per siglare l’accordo di partecipazione, cosa per noi importante ed assolutamente condivisa – afferma in una nota -. Il sistema agricolo italiano non può essere che rappresentato nella sua interezza, ed è noto come vi siano visioni nel paese anche diverse sul suo futuro ed anche sul suo presente: il tema degli Ogm, quello dell’innovazione, della tecnologia, della dimensione internazionale, delle scelte produttive, della struttura societaria dell’impresa, sono ad esempio tutti argomenti che ci vedono schierati a favore dello sviluppo e del progresso, distanti dalla visione conservatrice che invece riporta il fenomeno agricolo ad una dimensione di localismo, di prevalente socialità, di rigida selezione delle innovazioni ed infine di contrasto alla moderna ricomposizione delle scelte produttive e tecnologiche”.

Aderire al progetto? Solo ad alcune condizioni, mette in chiaro Guidi. “Se l’Expo 2015 dovesse aver fatto una scelta di campo per la scelta di agricoltura minimalista ed assistenziale, di alcune associazioni soltanto, e impedisse la libera discussione sui temi centrali dell’agricoltura, ci troveremmo in grave difficoltà ad aderire al progetto – prosegue il numero uno di Confagri -. Abbiamo chiesto agli organizzatori di Expo/ Padiglione Italia rassicurazioni sulla reale possibilità di esprimere tutti i temi proprio delle associazioni agricole, e la pari dignità di presenza e discussione delle tematiche relative all’innovazione in agricoltura non esclusi gli Ogm”.

La palla passa ora all’Expo. Quale posizione prenderà su un tema che non ha ancora trovato una sintesi, o meglio una convivenza pacifica tra le due interpretazioni manichee?