Oltre 700 soci, 400 mila quintali di uva conferita e un fatturato annuo stimato di oltre 20 milioni di euro, con un patrimonio netto di oltre il 50% del fatturato: sono i numeri di “Emilia Wine, società cooperativa agricola”, che nascerà ufficialmente a Natale.
Un colosso della produzione di Lambrusco, nato dall'accorpamento tra le storiche cantine di Prato, Arceto e Nuova Correggio. Sarà il secondo a Reggio Emilia, il terzo in regione assieme a Riunite – Civ e a Carpi.

Un’idea che è nata quando abbiamo costituito il Consorzio del Rossissimo era il 2010"  spiega Italo Veneri, presidente della cantina Nuova di Correggio.
Un progetto da molteplici risvolti – gli fa eco Renzo Zaldini, presidente della cantina Prato –, affrontato partendo da un piano industriale redatto da esperti, partito dal basso, condiviso dai soci. Inizialmente doveva coinvolgere più cantine, ma la porta rimarrà aperta. Una scelta che guarda ‘al portafoglio’, alle sinergie che si creeranno, ma soprattutto al futuro”.
Si è trovato dialogo e accordo, notano i presidenti, ma anche, rileva Davide Frascari, presidente della Cantina di Arceto, “uno straordinario processo di decisione democratica dove, dopo la discussione dei consigli e diverse riunioni informative, si è giunti a tre votazioni storiche nelle assemblee delle rispettive cantine dove oltre il 95% dei soci ha votato, l’8 e il 9 settembre, dando il via libera alla fusione”.

I motivi della fusione
L'accordo permette di evitare la competizione tra le cantine e creare "una massa critica che possa permettere risparmi e sinergie e, soprattutto, opportunità di mercato in un forte gioco di squadra", come spiega Frascari.

I punti di forza tecnici
La presenza di agronomi messi a disposizione delle aziende associate, l’esperienza dei tre enologi (Stefano Lini, Luca Tognoli, Piero Boceda). Importante anche la coltivazione di vitigni di Ancellotta, uva invidiatissima al mondo per la qualità intrinseca e per la presenza naturale di antociani e flavonoidi.

I risultati attesi
Valore aggiunto e reddito ai produttori, ma soprattutto prospettive e stabilità. Ora l’obiettivo è quello di organizzarsi per il mercato estero, per quello italiano e avviare la massima collaborazione con gli altri competitori.

Il futuro
"L’aggregazione è la rotta da seguire” dice Veneri. L’estensione territoriale di Emilia Wine è di tutto rispetto: “Le aziende associate vanno dalla collina di Scandiano e Albinea al cuore della pianura reggiana, Correggio, San Martino in Rio, Rio Saliceto”.
“La produzione di Emilia Wine sarà quella di vini Colli di Scandiano e Canossa Dop (Spergola, Malvasia, Lambrusco Grasparossa, Marzemino) e Lambrusco Reggiano Dop (Salamino, Maestri e Marani), oltre che del ‘rossissimo’, richiestissimo per la sua proprietà di arricchire naturalmente altri vini di grado e colore, e utilizzato dall’industria alimentare e cosmetica per le sue proprietà e la sua particolare pigmentazione naturale. Godrà delle certificazioni di tracciabilità di filiera per ambire ai mercati esteri” spiega Davide Frascari.

Tre per una, nel segno del Lambrusco
Emilia Wine raggruppa oltre il 30% della produzione vitivinicola reggiana. Deriva dalla fusione della cantina di Prato (di Correggio) attiva dal 1940, con la produzione di 120.000/130.000 quintali conferiti dai 160 soci. Qui le aziende producono per un 65% uva Ancellotta, 35% di altri vitigni Lambrusco (Marani e, oggi, soprattutto Salamino); Arceto, attiva dal 1937, con la produzione di 115.000 quintali conferiti dai 386 soci e dove le aziende producono per un 25% Ancellotta, 10% di Spergola (un vitigno bianco autoctono), 65% di altri Lambruschi (Salmino e Grasparossa); la Nuova di Correggio, attiva dal 1952, dove si producono 100.000 quintali conferiti da 180 soci, con un 58% di Ancellotta, 42% Lambruschi (Salamino, Marani). La sede legale di Emilia Wine sarà in comune di Scandiano, nel  moderno stabilimento di Arceto (Scandiano), mentre conserverà la storica partita iva e l’anagrafica fiscale della Cantina di Prato. Sono già stati eletti i 21 componenti del nuovo consiglio di amministrazione (7 per ogni precedente cantina) e che nella prima seduta eleggeranno i vertici aziendali.