La crisi e il maltempo che hanno sferzato tutta l’Europa nell’ultima stagione (se ci limitiamo al meteo) anticipano i contributi Pac. E’ questa la decisione della Commissione europea, che ha superato l’esame del Comitato di gestione “pagamenti diretti”, con la quale viene data la possibilità agli Stati membri di anticipare, a partire dal 16 ottobre fino al 50% dei pagamenti diretti dovuti per la domanda unica 2013 e fino all’80% per le carni bovine e per i bovini.
Dunque, anziché dal 1° dicembre, gli acconti sulla Pac potranno essere messi a disposizione degli agricoltori dal prossimo 16 ottobre, a condizione che gli Stati membri abbiano verificato le applicazioni nel modo consueto.
L’esperienza del passato – ha dichiarato il commissario all’Agricoltura, Dacian Ciolos - dimostra che un adeguamento come questo può essere una spinta importante per la situazione di cassa di un contadino, che è necessaria in alcune regioni dopo le condizioni meteorologiche difficili all’inizio dell’anno”.

In Italia, però, sulla questione si è acceso lo scontro. Da un lato la soddisfazione del ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo. Sul fronte opposto, l’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Gianni Fava, che frena gli entusiasmi e ricorda che la Lombardia ha già anticipato il 70% dei contributi Pac ai propri agricoltori, portandoli al 90% per quelle imprese colpite dal sisma del maggio 2012.

La posizione del ministro De Girolamo
La decisione di anticipare il 50% dei pagamenti diretti per la domanda unica 2013, che scaturisce dalle richieste di alcuni Stati Membri, in primis dell’Italia, consentirà di alleviare le difficoltà dei produttori agricoli nel fronteggiare i gravi problemi di liquidità conseguenti, oltre che dalla situazione economica generale, anche dalle avversità climatiche che hanno colpito nei mesi recenti il settore – ha detto il ministro -. Credo che questa decisione, che libera circa 2 miliardi di euro, riuscirà a consolidare la fiducia degli agricoltori e a sostenere una ripresa economica che molti indicatori ci segnalano ormai come imminente”.

La replica dell’assessore Fava
Quella che il ministro De Girolamo chiama ottimisticamente una iniezione di fiducia è l’ennesima presa in giro del ministero delle Politiche agricole, contrabbandata per un successo”, dichiara l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, che ridimensiona il ruolo dell’Italia e mette in confronto la strategia nazionale con quella regionale. “Gli agricoltori lombardi hanno già percepito il 70% della Pac, con punte che hanno toccato il 90% per le zone colpite dal terremoto nel 2012 - rimarca Fava -. Questo provvedimento costituisce un atto concreto a sostegno degli agricoltori lombardi e, se il ministro ha la bontà di riconoscerlo, ha una portata di gran lunga superiore rispetto all’atteggiamento passivo tenuto dall'Italia”. “Il ministro De Girolamo, se volesse fronteggiare in qualche misura la crisi di liquidità delle imprese agricole, potrebbe accogliere la richiesta che ho sollecitato a più riprese, riducendo il super-prelievo ai produttori di latte, tanto per cominciare”.

L’assessore lombardo Fava pone l’accento anche su un altro tema: le avversità climatiche. “Avanti di questo passo - sostiene - credo che saranno gli agricoltori italiani ad inviare un disegno al ministero delle Politiche agricole, per spiegare che i fondi del Primo pilastro, così come dello Sviluppo rurale, non sono destinati a risolvere i problemi causati dal maltempo. Per questo dovrebbero essere sostenute specifiche assicurazioni, se non si vogliono trovare i quattrini da destinare al Fondo di solidarietà nazionale. Ma evidentemente né il ministro De Girolamo, né il sottosegretario Martina, hanno avuto il tempo di impararlo”. Inoltre, conclude Fava, “il trionfalismo del ministro non fa i conti con quanto stabilito dall’Unione europea, che vincola l’intera operazione al completamento della verifica del rispetto delle condizioni di ammissibilità all’aiuto, affinché sia garantita l’accuratezza della gestione finanziaria dei fondi europei”. “Chissà come andrà a finire, vista la situazione di gestione spensierata dei fondi, per usare un eufemismo, di alcune Regioni del Sud. Quei fondi potrebbero essere congelati, il ministro ci pensi”.